“Mamma, mi hanno colpita!”, il video atroce dopo le esplosioni a Sumy

Un breve video, girato dopo il bombardamento missilistico russo sulla città di Sumy, è rapidamente diventato un simbolo della sofferenza civile inflitta dalla guerra in Ucraina. Le immagini mostrano una madre visibilmente sconvolta con in braccio una bambina in lacrime che urla: “Mi hanno colpita”.
La scena è semplice e straziante. La donna, con il volto segnato da lievi ferite e una macchia di sangue sulla giacca, cerca di consolare la figlia. La bambina, il cui volto è stato sfocato per proteggerne l’identità, stringe una catenina con una croce tra le mani, un dettaglio che ha colpito profondamente chiunque abbia visto il filmato.
Un messaggio che supera i confini
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, commentando su Telegram, ha definito l’attacco un gesto di “deliberata crudeltà”, un’aggressione pianificata per colpire le vite quotidiane di persone comuni.
La diffusione del video ha contribuito a rilanciare il dibattito internazionale sull’urgenza di proteggere i civili nei conflitti armati. Le immagini, semplici e dirette, raccontano più di qualsiasi dichiarazione ufficiale la sofferenza quotidiana di una popolazione intrappolata nella guerra.
Un simbolo della resilienza civile
La bambina e la sua catenina sono ora un simbolo universale della resilienza umana. Le lacrime e le ferite che emergono nel video mostrano il prezzo insostenibile pagato dai civili in Ucraina, ma trasmettono anche un messaggio di forza: l’umanità resiste, anche nei momenti più oscuri.