Garlasco, le intercettazioni sullo scontrino: “Abbiamo cannato…”

Il delitto di Garlasco, a distanza di 18 anni dal giorno in cui il corpo di Chiara Poggi venne rinvenuto, privo di vita, nella casa in cui viveva con la famiglia, continua a tenere banco sul fronte della cronaca nazionale. Come noto, proprio oggi verrà effettuato l’esame del Dna di Andrea Sempio, indagato per omicidio in concorso con ignoti, nel nuovo filone di indagine sul caso dell’impiegata 26enne.
Sempio, era amico del fratello di Chiara e, già diversi anni fa, era stato indagato, anche se poi il fascicolo venne archiviato. Ricordiamo invece che la Corte di Cassazione ha condannato Alberto Stasi, fidanzato della Poggi, a 16 anni di reclusione. Tutto, però, in questi ultimi giorni, sta prendendo una piega inedita.
Gli inquirenti ritengono che le tracce di Dna , rinvenute sulle mani e sotto le unghie di Chiara, appartengano a Sempio, per cui le impronte delle scarpe e quelle digitali che il killer ha lasciato sul luogo del delitto, dovranno essere comparate.
Mentre Sempio , stamattina, si trova presso la caserma Montebello dei carabinieri di Milano, per l’esame del Dna, Il Tempo, nostra fonte di riferimento per la stesura del pezzo, ha riproposto una sua intercettazione inedita.
Andrea Sempio, oggi 36enne, è comparso, stamane, in caserma, per il prelievo del tampone salivare. Intanto, Il Tempo ha riproposto una sua intercettazione inedita, in cui dice: “Ne abbiamo cannata una, che io ho detto che lo scontrino era stato ritrovato dopo che ero stato sentito, che tu hai detto che l’abbiamo ritrovato prima. Io ho detto che l’abbiamo trovato dopo essere stato sentito, già la prima volta… ero stato sentito e poi l’abbiamo trovato”.
Si tratta, nello specifico, di un’ambientale dei carabinieri, risalente al 10 febbraio 2017, giorno in cui, dopo l’interrogatorio di garanzia dell’inchiesta che poi è stata archiviata, gli uomini in divisa avevano ascoltato la famiglia Sempio che discuteva su alcune incongruenze, in merito alle quali i magistrati avevano chiesto conto ad Andrea, oggi nuovamente indagato.
Gli investigatori avevano raccolto contro di lui, amico del fratello di Chiara Poggi, una serie di indizi, tra cui delle telefonate che, all’epoca dei fatti, aveva fatto alla famiglia Poggi nei giorni precedenti al delitto dell’impiegata 26enne, tra cui delle telefonate notturne. Subito dopo un colloquio con il suo avvocato il giorno prima dell’interrogatorio, proprio Andrea ha raccontato ai genitori ch gli investigatori avevano scoperto delle chiamate, effettuate proprio da lui, all’una di notte, a casa dei Poggi.
Sempio ha però rassicurato suo padre e sua madre, dicendo di aver prestato il suo cellulare a Marco, fratello di Chiara, per poi giustificare ai pubblici ministeri le altre chiamate partite, a suo dire, per errore, alla famiglia Poggi, volendo invece chiamare Marco. Sempio ha aggiunto di aver più volte provato a contattare Marco Poggi tra il 7 e l’8 agosto, non riuscendoci in quanto nella zona in cui andava in vacanza assieme ai suoi genitori, c’era poca copertura ma questa sua dichiarazione, secondo gli inquirenti, è falsa, in quanto aveva detto di non sapere che Marco fosse partito.
Quando il 10 febbraio 2017, gli inquirenti gli hanno chiesto in quali rapporti fosse con Marco, fratello di Chiara, queste sono state le sue esternazioni: . “All’epoca andavo almeno due o tre volte a settimana a casa sua a giocare ai videogiochi… Giocavamo nel salottino della casa, dove c’era la consolle… oppure sul computer che era posizionato in camera di Chiara… utilizzando in modo alterno… sia la tastiera che il mouse… credo che l’ultima volta che siamo andati a giocare in camera di Chiara sul computer risalga a due o tre giorni prima della partenza di Marco»” Andrea Sempio, scrive Il Tempo, sembrando già essere al corrente dell’esistenza di un Dna, si è come voluto mettere le mani avanti, motivando come fosse finito sulle dita di Chiara. Ma sembra davvero assurdo che la 26enne non si sia lavata le mani per tre giorni.