La svolta shock di Zelensky: “Pronto a dimettermi se Ucraina nella Nato”
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Tre anni di guerra, tre anni di sangue e resistenza. Volodymyr Zelensky, il volto della lotta ucraina, si dice pronto a lasciare la presidenza in cambio dell’ingresso di Kiev nella NATO. Un’affermazione che risuona come un colpo di cannone nella politica internazionale, una svolta che potrebbe ridisegnare il destino dell’Ucraina e degli equilibri globali.
L’offerta di Zelensky è una sfida diretta all’Occidente, un modo per spezzare l’ambiguità della NATO e costringerla a scegliere. Se fino ad oggi il sostegno è stato deciso ma condizionato da timori geopolitici, ora il presidente ucraino mette sul piatto se stesso. Il messaggio è chiaro: se la sua presenza è un ostacolo, è disposto a farsi da parte. Ma a quale prezzo? Se la NATO accettasse, l’Ucraina otterrebbe quella garanzia di sicurezza definitiva che Putin voleva impedirle con l’invasione.
Ma questa dichiarazione è anche un messaggio a Mosca. Zelensky è stato il nemico numero uno per il Cremlino, il simbolo della resistenza, l’uomo da annientare. Se si facesse da parte volontariamente, la narrativa russa potrebbe vacillare: non più un leader “fantoccio dell’Occidente” o un “dittatore che rifiuta la pace”, ma un uomo disposto a sacrificarsi per il suo popolo. Per Putin, che ha giustificato l’invasione con il pericolo dell’espansione NATO, sarebbe un’umiliazione definitiva: avrebbe scatenato una guerra per impedirla e si ritroverebbe con Kiev sotto l’ombrello atlantico.
C’è infine una dimensione umana e storica. Zelensky è stato travolto da un destino più grande di lui, trasformandosi da politico inesperto in leader di guerra. Ha tenuto il Paese in piedi, ha chiesto armi, ha tenuto testa ai leader mondiali. Ora, dopo tre anni di conflitto, il suo annuncio tradisce una stanchezza inevitabile. Il tempo della resistenza eroica sembra lasciare spazio alla realpolitik.
Se questa offerta avrà un seguito concreto o resterà un’arma diplomatica, lo diranno le prossime settimane. Ma la mossa di Zelensky ha già cambiato il gioco: ora la NATO non potrà più restare in bilico, e Putin dovrà affrontare l’eventualità che, nel suo tentativo di distruggere l’Ucraina, sia stato lui a consegnarla definitivamente all’Occidente.