Caso Meloni, clamorose indiscrezioni: il piano internazionale per “distruggere” l’Italia

Negli ultimi mesi, l’Italia si è trovata al centro di un’operazione orchestrata con l’intento di destabilizzare il governo e minare il suo ruolo cruciale in Libia e nel contesto internazionale. Fonti attendibili, riservate e ufficiali, come riportato da Il Giornale, suggeriscono che l’obiettivo primario sia colpire Giorgia Meloni, percepita come un leader troppo stabile e influente in Europa, e sabotare le relazioni tra Roma e Tripoli.

La Trappola Almasri: Un Arresto Controverso

Il primo atto di questa strategia è stato l’arresto del generale libico Osama Najim Almasri a Torino, avvenuto il 15 gennaio. Questo intervento solleva numerosi interrogativi. Almasri, già noto alle autorità tedesche grazie a una “blue notice” dell’Interpol risalente a luglio 2024, si trovava in viaggio verso Monaco con un’auto noleggiata in Germania. Tuttavia, sorprendentemente, la comunicazione della “blue notice” all’Italia è avvenuta solo il 18 gennaio, poche ore prima che il mandato di arresto venisse emesso.

Un aspetto particolarmente controverso riguarda il ruolo della Corte penale internazionale, la quale ha omesso di menzionare che la giudice messicana Maria del Socorro Flores Liera aveva votato contro l’arresto di Almasri, contestando la giurisdizione della Corte stessa. Solo dopo il rimpatrio del generale a Tripoli, il mandato è stato aggiornato per includere il dissenso della giudice, articolato in ben 17 punti.

Disinformazione e Attacchi Sotto Copertura

Parallelamente a questi eventi, si è assistito a un incremento delle campagne di disinformazione sui social media, in particolare su Telegram. Un attivista libico residente in Svezia ha divulgato documenti riservati della Procura generale di Tripoli, insinuando presunti contatti tra l’intelligence italiana e trafficanti di esseri umani risalenti al 2017, durante il governo Gentiloni. Tra i documenti pubblicati figurerebbero fotocopie di passaporti diplomatici di agenti italiani, incluso quello di Giovanni Caravelli, attuale direttore dell’Aise.

Questo attacco non mira solo a screditare l’Italia, ma sfrutta anche la fragilità delle dinamiche interne, alimentando tensioni politiche e istituzionali mediante accuse non verificate. La situazione è ulteriormente complicata dal rischio di nuove ondate migratorie, con picchi recenti nelle partenze di barconi dalla Tripolitania, facilitati da noti trafficanti come Ahmad Dabbashi, alias “Al Ammu”.

Un Gioco di Potere Economico

Oltre agli aspetti politici e sociali, il nodo centrale della questione potrebbe rivelarsi di natura economica. Sullo sfondo si profila una corsa per l’assegnazione dei giacimenti petroliferi libici, con l’Eni italiana in vantaggio rispetto alla concorrente francese Total. Secondo alcune ricostruzioni, sarebbe emerso un tentativo da parte di intelligence straniere di sabotare l’Italia, favorendo altri attori nel panorama internazionale.

Conclusioni

Il mosaico che emerge è inquietante, delineando un insieme di azioni coordinate per minare la posizione dell’Italia in Libia e in Europa, colpendo il governo Meloni nel momento di maggiore stabilità e influenza. Non è la prima volta che il nostro Paese si trova nel mirino di simili operazioni, e la situazione richiede una vigilanza costante. È cruciale che le autorità e l’opinione pubblica non si facciano trovare impreparati di fronte a una strategia così complessa e potenzialmente destabilizzante.

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