Neonata rapita, solo ora si scopre quanto accaduto nel 2010
Sono in tantissimi i minori di cui si sono perse le tracce in Italia e mai più ritrovati. Alcuni casi, per via del fortissimo clamore mediatico, continuano a far parlare di se’ a mezzo televisivo, radiofonico, scritto. Qualche esempio? Angela Celentano, Denise Pipitone ed ancora Emanuela Orlandi, Mirella Gregori.
Nessuno dimentica il sequestro dei piccolo Kassam, cui fu tolto un orecchio, né quello di Augusto De Megni, entrambi liberati. La storia recentissima, di queste ore, invece, riguarda il sequestro della piccola Sofia, per mano di due coniugi, Rosa Vespa e suo marito Aqua Moses, arrestati.
La neonata è stata sottratta dalla donna, che si è finta infermiera, nella clinica cosentina Sacro Cuore, e per fortuna, grazie alle forze dell’ordine, alle telecamere di videosorveglianza e ai testimoni oculari, la bimba è stata liberata e riconsegnata alla sua famiglia che ha vissuto ore che rimarranno per sempre impresse.
Un caso, quello della piccola Sofia, che ha scosso gli italiani, strettisi attorno ai genitori e al fratellino della bimba, mentre in queste ore è emerso qualcosa di davvero agghiacciante.
Il sequestro della piccola Sofia, avvenuto a Cosenza, per mano di Rosa Vespa e suo marito, Aqua Moses, ha scosso il mondo della cronaca nera nazionale e mentre sono in cella, in attesa di stabilire la loro pena, spunta, alla memoria, un agghiacciante caso, verificatosi nel 2010, che all’epoca sconvolse l’Italia.
Basta leggerlo, documentarsi, per capire come esso sia quasi identico a quello di Cosenza. Rosa Vespa, architetto 51enne, in orario visite, spacciandosi per infermiera, ha sequestrato la piccola Sofia dalla stanza in cui si trovava con la nonna paterna e con la giovane madre.
Facendo un grosso salto indietro nel tempo, il 7 giugno di 15 anni fa, Annarita Buonocore, un’infermiera vera, di 42 anni, entrò nell’ospedale di Nocera Inferiore, portando via, con una scusa, il piccolo Luca, un neonato di appena quattro ore. Anche in quel caso il piccolo venne ritrovato poche ore dopo sano e salvo e la donna, che era rimasta veramente incinta pochi mesi prima, aveva portato il bimbo a casa, dicendo alle due figlie rispettivamente di 20 e 12 anni, di aver avuto il bimbo da una sua amica.
Annarita, che infermiera lo era per davvero, aveva sistemato il catetere e la flebo della mamma di Luca, sequestrando il figlioletto senza alimentare alcun sospetto. Questo caso sconvolse l’Italia, proprio come lo sta facendo, in queste ore, la storia del sequestro di Sofia. La 42enne aveva detto al suo amante, da cui era rimasta incinta, ch quel bambino era il loro bimbo venuto al mondo, non comunicandogli invece dell’aborto spontaneo.
Non aveva avuto il coraggio di parlarne con l’ex, un amministrativo dell’ospedale Cardarelli, in cui lei lavorava come infermiera, e che era sposato con un’altra donna. Lui stesso ha dichiarato di essere il padre. La mamma del piccolo Luca, all’epoca, perdonò Annarita, scrivendo: «Mi spiace molto per questa persona, perché molto probabilmente non sta bene. Non la odio, non provo niente, anzi la perdono».