Omicidio Ramy, Belpietro denuncia: “Vogliono arrestare i carabinieri! Mondo al contrario”
Intorno alla morte di Ramy Elgaml, il giovane egiziano vittima di un incidente mentre insieme a un coetaneo fuggiva dai carabinieri, si stanno sviluppando vari scenari. A colpire, in particolar modo, è la richiesta indirizzata a Marco Cirigliano, pm della Procura di Milano titolare dell’indagine, da parte dei legali di Fares Bouzidi, il tunisino che guidava la moto su cui viaggiava Elgami: “Arrestare tutti i carabinieri coinvolti” nel caso. Proprio su questo aspetto ha voluto spendere una riflessione Maurizio Belpietro, che sul suo giornale, LaVerità, spiega: “Per gli avvocati si trattava di «scongiurare il pericolo di profilassi probatoria», ovvero che i militari inquinassero le prove. E al tempo stesso, con una memoria, i due difensori richiedevano il sequestro dei telefoni cellulari di tutti gli uomini delle forze dell’ordine presenti sul luogo dell’incidente”.
I legali dell’indagato per omicidio stradale, quindi, starebbero puntando a rovesciare l’accusa contro chi ha fermato il loro assistito, col fine – secondo Belpietro – “di alleggerire le responsabilità del proprio cliente, aggravando quelle di altri”. Sempre su LaVerità dell’11 gennaio, Pietro Dubolino, ex presidente della Cassazione, spiega che “la responsabilità penale di quanto è successo, ovvero la morte di Ramy, ricade interamente sulle spalle del conducente dello scooter, che invece di fermarsi all’alt dei carabinieri ha ingaggiato una folle corsa durata decine di minuti nelle vie del centro di Milano”. Si chiede dunque Belpietro: “Se il giovane egiziano è deceduto perché Fares Bouzidi ha inscenato una gimkana ad alta velocità per le strade del capoluogo lombardo, perché i suoi avvocati chiedono di arrestare i carabinieri?“.
Dopo aver ricordato che tutto si basa sulla deposizione di un testimone, Omar El-sayed, il quale ha raccontato ai pm che la gazzella dell’Arma avrebbe urtato la moto mentre questa cercava di svoltare e il contatto avrebbe fatto finire lo scooter fuori strada, mandando Ramy a sbattere contro il muretto, e che alcuni carabinieri, intervenuti subito dopo l’incidente, gli avrebbero imposto di cancellare il video da lui fatto, Belpietro conclude: “Quel che è abbastanza evidente […] è che il processo non lo si vuole fare a chi quella sera, fuggendo, ha fatto rischiare la vita ad altre persone, togliendola con il suo comportamento a Ramy, ma alle forze dell’ordine che – come avviene in tutti i Paesi del mondo – cercavano di impedire ai fuggiaschi di squagliarsela”.