Gran Sasso, l’alpinista Barmasse: “Luca e Cristian, la loro una lezione per tutti”
Si è concluso nel peggiore dei modi il caso dei due alpinisti romagnoli, Luca Perazzini e Cristian Gualdi, di cui si erano perse le tracce da domenica 22 dicembre, sul Gran Sasso, montagna di suo nota per svariati tristi epiloghi. Abbiamo seguito, passo per passo, tutti gli sviluppi che, di ora in ora, si sono fatti sempre più grigi e funesti.
I corpi senza vita sono stati ritrovati ieri, 27 dicembre, intorno alle ore 12, dopo giorni di dure ricerche in cui abbiamo sperato in un finale diverso, sebbene il tempo scorresse senza avere alcuno spiraglio di luce.
In quota, ieri mattina, le ricerche sono riprese, con un notevole dispiegamento di uomini appartenenti ale squadre del Soccorso Alpino e della Guardia di Finanza, con il supporto aereo di un’eliambulanza della Regione Abruzzo, occupato da tecnici del Soccorso Alpino, e con il prezioso contributo di un elicottero dei Vigili del Fuoco.
Una notizia sconvolgente, quella del rinvenimento delle due salme, che ha posto fine ad ogni speranza e che ha gettato nello strazio i familiari dei due alpinisti, Santarcangelo, comune in cui risiedevano e, di riflesso, tutti noi italiani che abbiamo seguito la loro storia sin da quando è stata battuta dalle agenzie stampa.
Luca e Cristian erano partiti da Santarcangelo di Romagna sabato 21 dicembre e dovevano rincasare il 22. Mentre stavano percorrendo la Direttissima del Corno Grande, per scendere, sono, improvvisamente , scivolati nel Vallone dell’Inferno.
Dopo la caduta, sono riusciti a comunicare tra loro e uno dei due ha lanciato l’allarme. Da allora in poi, la macchina delle ricerche ha preso il via, ostacolata, spesse volte, dalle avverse condizioni meteo, tra bufere di neve, raffiche di vento, pericolo valanghe e temperature di parecchio sotto lo zero.
Purtroppo, ieri, il tremendo rinvenimento dei due corpi senza vita, ha posto fine ad ogni speranza e queste sono ore di lutto nazionale. Un grande esperto del Gran Sasso ha rotto il silenzio, esprimendo il suo punto di vista sul comportamento adottato da Luca e Cristian.
Barmasse, guida del Gran Sasso, ha dichiarato: “Ci sono luoghi, e per fortuna sono ancora tanti, in cui l’ambiente naturale è più forte dell’uomo. Se là si verifica un imprevisto, sopravvivere è difficile. Questa consapevolezza non è però sufficiente a escludere l’avventura dentro l’ambiente originario dalle nostre attività: a spingere l’essere umano in montagna, o nel mare, è la passione, sinonimo dell’amore”.
Barmasse ha aggiunto: “Luca e Cristian rimasti insieme, la loro una lezione per tutti”. Ed è proprio vero, i due romagnoli hanno tanto da insegnarci, in primis, l’amicizia, quella vera, autentica, che li ha portati a stare vicini sino a quando sono spirati. Un esempio per tutti, in un mondo formato da tanta falsità, da legami che tali non si rivelano, da opportunismo e interessi. Chapeau a Luca e Cristian!