Pandemia Congo, allerta massima: “In 12 ore dall’Africa all’Italia”
Sono trascorsi più di 4 anni dalla pandemia di Covid 19, un virus che ha tenuto sotto scacco il mondo intero per più di 2 anni. Gli impatti a livello globale sono stati significativi, sia in termini di salute che sociali ed economici. Ha causato milioni di malati e decessi, lockdown, e un cambiamento profondo nelle modalità di vita quotidiana, come il lavoro e la scuola a distanza, nonché lo sviluppo e la distribuzione rapida dei vaccini.
Anche se il Covid ha perso sempre più virulenza con varianti sempre meno aggressive e più gestibili, lo spauracchio di una possibile pandemia è sempre dietro l’angolo in un mondo così globalizzato. Gli esperti continuano ad invitare alla cautela, specialmente in concomitanza con l’arrivo della stagione invernale, sempre foriera di epidemie influenzali.
In queste ore sta facendo il giro del mondo una notizia a dir poco allarmante. Un’epidemia misteriosa avrebbe attecchito in Congo, dove è scattato l’allarme per il rischio di una nuova pandemia. La situazione sembra essere alquanto delicata, anche perchè il primo bilancio sarebbe dei peggiori: si contano decessi.
Per precauzione, anche l’Italia ha alzato il livello di attenzione anche se alle autorità invitano alla prudenza: in 12 ore potrebbe raggiungere la nostra Penisola, portando rapidamente ad una situazione irreparabile. Cosa si sa di questo nuovo virus?
Un’epidemia misteriosa nella regione di Panzi, nel Congo, ha causato finora 79 decessi, principalmente tra bambini sotto i 5 anni. I sintomi della grave patologia, che ricorda una comune influenza, includono febbre, mal di testa, tosse, difficoltà respiratorie e anemia. Gli esperti, come il dottor Matteo Bassetti, ipotizzano che possa trattarsi di una febbre emorragica virale, anche se non ci sono certezze.
La situazione è preoccupante, ma le autorità italiane hanno invitato alla calma, assicurando che non si tratta di un’emergenza sanitaria internazionale. Secondo il professor Massimo Ciccozzi, esperto di epidemiologia, il rischio di diffusione globale è sempre presente, considerando l’alto ritmo dei viaggi internazionali.
“Ormai bisogna parlare di salute globale , smetterla di pensare al nostro orticello. In 12 ore i problemi dall’Africa o da un altro continente possono arrivare da noi. Gli spostamenti di massa sono sempre più rapidi. Del resto proprio la vicenda del coronavirus ci ha insegnato, o avrebbe dovuto insegnarci, almeno due principi: la salute globale, appunto, e il monitoraggio epidemiologico“, ha spiegato l’esperto a Repubblica.
Gianni Rezza, infettivologo ed epidemiologo, sottolinea che se questo focolaio fosse stato in Europa o Asia, l’allerta sarebbe stata molto più alta, a causa della gravità della patologia. In Africa, però, simili episodi sono già accaduti, complicati dalla debolezza della popolazione e dalla scarsa accessibilità ai servizi sanitari.
Nonostante l’incertezza, il sistema globale di monitoraggio epidemiologico, sviluppato in seguito alla pandemia di Covid-19, ha permesso una rapida attenzione internazionale alla situazione. Tuttavia, le autorità sanitarie devono ancora raccogliere più informazioni per comprendere meglio la malattia e decidere le misure adeguate. Al momento, non è dichiarato alcun allarme globale, ma le autorità stanno monitorando attentamente la situazione.