Chiara Petrolini, l’ultima confessione: “Ero incinta e avevo paura, ho fatto la prima cosa che mi è venuta in mente”

Chiara Petrolini, la 21enne di Traversetolo, al centro di una sconvolgente vicenda giudiziaria, viene descritta dalla pm Francesca Arienti come una persona dotata di “un’astuzia e un’abilità manipolatrice fuori dal comune”. Tuttavia, dai verbali emergono evidenti contraddizioni e una notevole confusione. La giovane, studentessa di scienze della formazione, ha confessato di aver seppellito due neonati nel giardino della villa di famiglia. “Li volevo, volevo dirlo ai miei genitori, ma non ce l’ho fatta”, ha dichiarato. Dopo il secondo parto, racconta di essere andata a ballare “perché stavo bene fisicamente e facevo finta di niente”. Ha spiegato il suo silenzio con la famiglia dicendo di avere “paura del loro giudizio”.

Il dialogo con la mamma

Un dialogo del 19 agosto, citato nell’ordinanza del gip Luca Agostini, rivela il momento in cui i genitori di Chiara, appena tornati da New York, scoprono la verità. “Qua andiamo in prigione tutti”, dice la madre. «No, io ci vado. Voi no. Ho fatto tutto da sola”, risponde la ragazza. La madre tenta di farle capire la gravità dei fatti: “Chiara, si parla di omicidio”. Lei nega: “Non l’ho ucciso”, ma poi ammette: “Sono rimasta incinta”. La confessione completa, però, arriverà solo un mese dopo, accompagnata dalle indagini sulle sue ricerche online.

Chiara aveva interrogato Google con domande come “quando inizia il travaglio” e “partorire senza dolori”. Nonostante affermi di non aver ucciso il neonato, le indagini mostrano che il cordone ombelicale è stato tagliato senza essere chiuso, provocando il decesso del bambino per dissanguamento. «Non lo sapevo», ha dichiarato. Ai genitori giustificava le macchie di sangue in bagno come «un ciclo abbondante». Altre ricerche, come “dopo quanto tempo puzza un cadavere”, lasciano emergere dubbi sulle sue intenzioni.

Le immagini e il racconto

Tra gli atti del processo ci sono anche le foto del neonato, descritto come sereno, con i piedi incrociati e la testa nascosta tra le braccia. La procura non crede alla versione di Chiara: “Ripensi al video che ha cercato sulla decomposizione di un cadavere”. Per la pm, le sue azioni rivelano premeditazione e consapevolezza. Chiara, tuttavia, continua a sostenere che tutto sia stato mosso dalla paura: “Se mi fossi fatta aiutare, non sarebbe finita così”.

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