“Ho ucciso mamma”. Si presenta in lacrime al commissariato e confessa: aveva 64 anni

Nella serata del 9 settembre 2024, la tranquilla cittadina di Gela, in provincia di Caltanissetta, è stata scossa da un tragico evento di cronaca nera. Francesca Ferrigno, 64 anni, è stata uccisa dal figlio Filippo Tinnirello, di 43 anni, al culmine di un violento litigio avvenuto all’interno della loro abitazione in via Vitali, nel quartiere Cantina Sociale. Secondo le ricostruzioni, l’omicidio è avvenuto dopo una serie di discussioni che caratterizzavano la loro convivenza.

Filippo, disoccupato e con precedenti penali legati alla tossicodipendenza, ha colpito la madre con due coltellate: una al ventre e una alla gola. Le ferite si sono rivelate fatali, e al momento dell’arrivo dei soccorsi, Francesca era già deceduta. Dopo aver commesso il delitto, Filippo Tinnirello ha lasciato l’abitazione e si è presentato presso il commissariato di polizia, confessando l’omicidio: “Ho ucciso mamma”, avrebbe detto ai militari. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il corpo della donna e hanno immediatamente avviato le indagini.

Gela, Filippo uccide la madre Francesca e si presenta in caserma

L’arma del delitto è stata sequestrata, e la polizia ha avviato un’inchiesta per chiarire i dettagli della vicenda. Il movente dell’omicidio sembra essere legato a problemi di salute mentale di Filippo, che era seguito dal Dipartimento di Salute Mentale per la sua tossicodipendenza. Le liti tra madre e figlio erano frequenti e si intensificavano per motivi spesso banali. La situazione familiare era segnata da una profonda tensione, che ha culminato in questo tragico epilogo.

Filippo è stato arrestato e condotto in carcere dai carabinieri, dove è stato interrogato a lungo. La comunità di Gela è rimasta sconvolta dall’accaduto, e molti residenti hanno espresso la loro incredulità di fronte a un crimine così efferato all’interno di una famiglia. Francesca Ferrigno era conosciuta nella comunità come una donna coraggiosa e sempre presente per i suoi quattro figli.

La sua morte ha lasciato un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia, ma anche tra i vicini e gli amici. La tragedia di Gela si inserisce in un contesto più ampio di violenza domestica che affligge molte famiglie italiane, evidenziando la necessità di interventi più incisivi per prevenire simili episodi. La notizia dell’omicidio ha suscitato un forte dibattito sull’importanza di supportare le famiglie in difficoltà e di fornire assistenza a chi soffre di problemi di salute mentale.

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