Mette un AirTag per vedere dove finisce la plastica: cosa scopre 

Siamo tutti abituati ad utilizzare in maniera quasi quotidiana la plastica. Basti pensare che ogni minuto che passa maneggiamo qualcosa fatto con la plastica. Si tratta di uno dei materiali più utilizzati al mondo dopo i metalli.

Con la plastica si fa davvero di tutti: dalle componenti dei nostri computer, fino alle bottiglie d’acqua, che a piatti e bicchieri, oggetti dove noi andiamo a posare i nostri prodotti. La plastica oltre che uno degli elementi più utilizzati è anche purtroppo una delle cause di inquinamento maggiore.

Basti pensare che negli oceani e nei mari esistono intere “isole” di plastica, ovvero vaste sezioni di mare in cui vi sono tonnellate di rifiuti che vengono accumulati per chilometri in uno stesso punto a causa delle correnti. E questo sicuramente è un danno incalcolabile per gli ecosistemi marini.

Anche facendo un semplice bagno si può vedere come la maggior dei rifiuti siano oggetti in plastica. Oggi esistono dei procedimenti molto comlessi che portano appunto al riciclaggio di questo materiale, che si sta cercando di eliminare completamente dal commercio o di renderlo biodegradabile.

Oggi infatti esiste una speciale plastica che si produce dal riciclo della stessa ma che al contrario risulta biodegrabile. Ma una persona ha scoperto qualcosa di molto importante.

Secondo quanto riferiscono i media internazionali una donna degli Stati Uniti d’America ha voluto vedere di persona dove finisse la plastica e se veramente quest’ultima venisse riciclata correttamente. Quello che si è scoperto è stato molto importante.

Brandy Deason è una attivista ambientale residente a Houston, in Texas, e nutriva dei dubbi sul fatto che la plastica venisse riciclata in maniera corretta, almeno nella sua zona. Houston è una metropoli e si producono tonnelate di di riufuti ogni giorni, nell’ordine delle centinaia.

Per verificare che le ditte incaricate del riciclaggio dei rifiuti eseguissero correttamente le procedure di riciclo in ogni sacchetto di rifiuti contenente plastica ha inserito un AirTag che tracciava la posizione in tempo reale della spazzatura da lui prodotta. Si è scoperto che veniva portata ad un deposito a circa 32 chilometri da Houston.

La preoccupazione di Deason derivava dal nuovo programma di “riciclaggio chimico” promosso dal comune di Houston per riciclare appunto rifiuti pericolosi come lo Styrofoam. L’impianto dove veniva portata la spazzatura si è scoperto non essere completamente attrezzato per il riciclaggio di questi rifiuti, e anche se ha chiesto e ottenuto l’autorizzazione i rifiuti sono rimasti per molto tempo fermi nel deposito.

In totale su 12 sacchetti monitorati 9 hanno segnalato la loro posizione presso l’impianto Wright Waste Management appunto quello monitorato da Deason.

Questa notizia ci fa capire come sia molto difficile riciclare la plastica che è un prodotto appunto molto utilizzato nel mondo. Sicuramente comunque la ditta in questione prenderà dei provvedimenti anche perchè delle indagini giornalistiche locali hanno dimostrato effettivamente come Deason abbia ragione, e i responsabili stessi del deposito hanno confermato che oltre 250 tonnellate di plastica sono state raccolte dalla fine del 2022, ma nessuna di queste è stata ancora riciclata.

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