“Persi nello Spazio”. Il dramma di due astronauti: non si sa come farli tornare sulla Terra. Dove sono e cosa è successo

Sarà capitato anche a voi di partire per un viaggio, programmare il ritorno e poi, per qualche imprevisto, doverlo ritardare. Ebbene, è quello che è accaduto anche a Barry Wilmore e Sunita Williams. Il problema è che loro sono due astronauti, e sono bloccati sulla Stazione Spaziale Internazionale, in mezzo allo Spazio. Dovevano rimanere lassù solo otto giorni, ma poi quella settimana abbondante (iniziata il 5 giugno 2024) è diventata un soggiorno di due mesi e, adesso, la Nasa, cioè l’agenzia statunitense del programma spaziale, fa trapelare che di scendere, per i due astronauti americani, forse non c’è verso prima di febbraio 2025. Lui ha 61 anni, lei 58 e sono entrambi alla loro terza esperienza oltre l’atmosfera, ma una cosa così non gli era mai capitata. Barry Wilmore e Sunita Williams avevano raggiunto la Stazione Spaziale Internazionale (ISS) a bordo della prima missione della capsula spaziale Starliner di Boeing con equipaggio. Quella di Starliner è una delle missioni spaziali più importanti del 2024, ma durante il viaggio verso la ISS la capsula ha avuto dei malfunzionamenti che hanno causato il ritardo del rientro previsto settimane fa.

Barry Wilmore e Sunita Williams

In una conferenza stampa la NASA ha spiegato perché Starliner potrebbe non essere sicura per il viaggio di rientro degli astronauti e ha detto di star valutando di farli rientrare con la Crew Dragon di SpaceX, la società spaziale privata di Elon Musk, rivale di Boeing. Come spiega Il Post, se la NASA decidesse di far rientrare gli astronauti con la capsula di SpaceX anziché con Starliner la missione si allungherebbe ulteriormente di diversi mesi. “Sarebbe inoltre l’ennesimo fallimento per Boeing, che negli ultimi anni ha avuto guai enormi, prima per i gravi incidenti aerei ai suoi 737 Max e più di recente per il volo di Alaska Airlines, che aveva perso un pezzo della fusoliera mentre era in volo”. Starliner era partita dalla base di lancio di Cape Canaveral, negli Stati Uniti, lo scorso 5 giugno, dopo una serie di ritardi e rinvii per problemi tecnici vari. Wilmore e Williams avrebbero dovuto affiancare l’equipaggio che svolge missioni di lunga permanenza sulla Stazione per una settimana circa. La missione serviva per verificare i sistemi di lancio della capsula, quelli di attracco e quelli di atterraggio, in modo che la navicella di Boeing potesse ottenere le certificazioni finali della NASA per diventare ufficialmente uno dei veicoli privati da impiegare per il trasporto di persone e cose verso e dalla Stazione.

Attualmente infatti per queste attività la NASA può fare affidamento solo su SpaceX e sui sistemi di lancio Soyuz dell’Agenzia spaziale russa (Roscosmos). Come spiega Il Post, durante il viaggio verso la Stazione spaziale internazionale si sono però verificati dei malfunzionamenti. Una delle opzioni possibili sarebbe appunto far rientrare Wilmore e Williams con la prossima missione Crew-9 di SpaceX, facendola partire con due astronauti anziché quattro, in modo che ci sia appunto posto per loro. Questo però comporterebbe integrarli nella rotazione degli astronauti impegnati nelle attività sulla ISS, e visto che la missione della Crew-9 dovrebbe durare fino al febbraio del 2025 Wilmore e Williams rimarrebbero sulla Stazione per altri sei mesi, per un totale di otto mesi contro una missione che sarebbe dovuta durare otto giorni.

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