La peggior Italia di sempre: Spalletti ora deve dare le dimissioni
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Un’Italia brutta, bruttissima. Inguardabile. Incapace di creare pericoli, incapace di gestire il pallone, incapace persino di difendersi. Contro la Svizzera, la prestazione della Nazionale di Spalletti è stata talmente brutta da iscriversi di diritto tra le peggiori della nostra storia. Il 2-0 è andato anche stretto agli elvetici, con Donnarumma molto più decisivo di Sommer, mai realmente chiamato in causa. E il risultato, ora, non può che sollevare interrogativi sul ct: il suo progetto non ha mai preso il volo, la squadra si è espressa in maniera terribile per quasi tutto l’Europeo, con la sola eccezione forse del primo tempo con l’Albania. Un progetto già naufragato: ora è necessario cambiare, per non compromettere anche la qualificazione ai Mondiali.
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Spalletti deve dimettersi. O, se non lo farà in autonomia, finire esonerato. Brutto dirlo, perché sparare sull’allenatore e indicarlo come unica fonte di ogni male non è mai bello né elegante. Ma la scelta, alla luce di quanto vista, è inevitabile. Al ct si può riconoscere, indubbiamente, l’alibi di una materiale umano non eccezionale, non è una sorpresa. Non abbiamo campioni e rischiamo di non averne ancora per un bel po’. Ma le colpe di Spalletti sono tante, troppe, evidenti.
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L’allenatore non ha capito le difficoltà di far entrare nelle corde della squadra le sue idee di calcio, decisamente affascinanti ma anche complicate. Anche a Napoli, dove alla fine è arrivato lo scudetto, Spalletti ci ha messo oltre un anno per oliare i meccanismi del gruppo. Impossibile replicare tutto questo con calciatori a disposizione del mister soltanto per poche settimane l’anno. Sarebbe stato necessario un approccio diverso, insistere ha portato soltanto a disastri.
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Spalletti ha invece tirato dritto, cercando di inculcare nel calciatori le sue idee di “calcio fluido“, fatto di movimenti continui, pressing, rimescolamenti in corso di ruoli e compiti. Ne è uscito un obbrobrio calcistico né carne né pesce: Italia incapace di difendersi con ordine, di imporsi attraverso il possesso palla, di rendersi pericolosa con il fraseggio e gli inserimenti. E vittima di una condizione fisica improponibile, segno di allenamenti fatti male e pensati peggio. Risultato: zero assoluto, su ogni fronte. Dispiace per Spalletti, ma un’altra chance non può esserci, anche per questioni di tempo. Il rischio, da non correre, è quello di compromettere anche i prossimi Mondiali.