Europa, Meloni infuriata. La paura di Tajani: “Crolla tutto”

Giorgia Meloni, furiosa per essere stata marginalizzata dall’Europa, si trova a dover prendere decisioni cruciali in un vertice a tre con Antonio Tajani e Matteo Salvini. Dopo aver espresso il suo scontento in Parlamento, Meloni si ritira a discutere a porte chiuse con i suoi vicepremier.

La tensione è palpabile. Tajani, preoccupato per l’escalation dei toni, cerca di calmare Meloni e di evitare che il governo italiano si isoli ulteriormente durante il vertice europeo. La prospettiva di astenersi sulle nomine dei vertici europei, in particolare su Ursula von der Leyen e Kaja Kallas, e di votare contro Pedro Costa, rappresenta un punto di rottura per l’ala moderata del governo, mentre lascia indifferente Salvini.

Meloni, di ritorno a Bruxelles, è determinata a ottenere precise garanzie prima di cambiare idea. Vuole un riconoscimento politico, un incontro con von der Leyen e una posizione di peso per l’Italia nella nuova Commissione. Tajani cerca di mediare, proponendo di intercedere con i Popolari europei per mantenere il sostegno di Fratelli d’Italia e dell’Ecr.

Intanto, lo staff di Meloni conferma un giro di telefonate con i principali leader europei. Nonostante l’apertura di von der Leyen sui migranti, Meloni non sembra intenzionata a cambiare rotta. Con il sostegno di Sergio Mattarella, Meloni attacca Emmanuel Macron e Olaf Scholz, ribadendo che il popolo ha sempre ragione e criticando la visione tecnocratica della politica europea.

In Parlamento, Meloni insiste che non farà inciuci con i socialisti e che l’esclusione dai negoziati è inaccettabile. Propone di creare una delega alla sburocratizzazione per risollevare l’Europa, mentre il futuro commissario italiano resta un’incognita, con Raffaele Fitto come nome più quotato.

Meloni deve decidere se continuare a sfidare l’Ue o trovare un compromesso per uscire dall’isolamento e garantire un futuro più stabile all’Italia.

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