Bracciante morto, torna a parlare il titolare dell’azienda agricola: “Lo avevo avvisato, ma ha fatto di testa sua…”

LA TRAGEDIA DEL BRACCIANTE MORTO

Il bracciante agricolo indiano Satnam Singh di 31 anni si è tranciato un braccio in un macchinario, lasciato davanti casa con l’arto posto in una cassetta della frutta. Lui lavorava per un’azienda agricola dell’agro pontino, 12 ore al giorno a 5 euro l’ora, ovviamente in nero come riporta la7.it. La moglie Sony di 26 anni, sotto choc ha avuto un malore. Questo accadeva il 17 giugno, ma a causa delle gravi ferite riportate e dalla perdita di sangue cospicua, l’uomo non ce l’ha fatta.

LE PAROLE DEL PROPRIETARIO DELL’AZIENDA AGRICOLA

Renzo Lovato è il titolare dell’azienda agricola per cui lavorava Satnam, intervistato ieri dal TG1, Renzo Lovato è il padre di Antonello, datore di lavoro di Satnam e indagato. “Avevo avvisato il lavoratore di non avvicinarsi al mezzo, ma lui ha fatto di testa sua. Una leggerezza purtroppo“, così ha detto Renzo. “C’è dispiacere perché è morto un ragazzo sul lavoro e non dovrebbe mai succedere. E’ costato caro a tutti“. Intanto una parte dell’azienda di Borgo Santa Maria luogo del tragico incidente è stata sequestrata e gli inquirenti hanno disposto l’autopsia del bracciante. Per adesso, la procura di Latina non ha preso alcun nuovo provvedimento nei confronti di Antonello Lovato, il 37enne già accusato di lesioni colpose e omissione di soccorso. Invece di chiamare i soccorsi, ha portato Satnam davanti alla sua abitazione, lasciando l’arto amputato in una cassetta usata per la raccolta degli ortaggi. Dopo averlo lasciato lì, Antonello Lovato si è presentato alla questura di Latina per raccontare tutto.

IL RACCONTO DEI DUE BRACCIANTI CHE OSPITAVANO IL BRACCIANTE

Ecco cosa hanno riferito ai giornalisti Noemi Grifo e Ilario Pepe, i due ragazzi che ospitavano il bracciante: “La moglie di Satnam ci ha raccontato che sono stati caricati sul furgone e gli sono stati tolti anche i telefoni. Lei ha visto tutto ed è distrutta”. La moglie stava in un rustico dietro casa loro. I ragazzi aggiungono: “Appena lo abbiamo visto gli mancava tutto il braccio, alcuni resti erano stati lasciati vicino ad alcuni cassonetti“. Questa mattina si è reso necessario l’intervento di un’ambulanza per soccorrere la moglie di Satnam. Sony si è sentita male, ancora in stato di choc per il decesso del marito, non ha realizzato quanto accaduto. Sono tate troppo gravi le ferite riportate dall’uomo agli arti inferiori, ma soprattutto l’amputazione del braccio destro, staccato di netto da un macchinario avvolgiplastica a rullo trainato da un trattore. In seguito all’incidente, invece di allarmare i soccorsi, l’uomo era stato trasportato con un pullmino davanti la sua abitazione dal proprietario dell’azienda, Antonello Lovato, che lo ha abbandonato lì insieme all’arto, poggiato in una cassetta utilizzata per la raccolta degli ortaggi. Accusato di lesioni colpose e omissione di soccorso. In mattinata, si è tenuta una manifestazione della Fai Cisl di Latina davanti alla prefettura di Latina, alla quale erano presenti il segretario generale del sindacato pontino e quello della Fai Cisl Islam Kotb.

LA TESTIMONIANZA DI CHI LO OSPITAVA

Noemi Grifo e Ilario Pepe, i due ragazzi che ospitavano il bracciante morto Satnam e la moglie dietro l’abitazione in un rustico, sono stati i primi a chiamare i soccorsi. “Io gli sono corso subito dietro – ha aggiunto Ilario -. L’ho visto che entrava nel furgone e gli ho chiesto cosa fosse successo e perché non lo aveva portato in ospedale. Mi ha risposto ‘da me non sta in regola’. Poteva essere aiutato se si fossero chiamati subito i soccorsi.

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