Europei di atletica a Roma, pioggia di medaglie per l’Italia: Jacobs, Simonelli, Fabbri: 3 ori in 40 minuti

È stata una serata memorabile all’Olimpico, una notte che ha risuonato dei nostri sogni e delle nostre ambizioni. In una sola volta, sei atleti azzurri hanno conquistato l’Europa, portando a casa un bottino di sei medaglie. Tre d’oro, due d’argento e una di bronzo. È stata una lezione di vita e di sport, mostrata da una nouvelle vague italiana che ha saputo come fare, anzi, l’ha fatto vedere.

E l’Italia è al primo postoMarcell Jacobs, a 29 anni, ha dominato i 100 metri, nonostante non sia sceso sotto i 10 secondi. Con un tempo di 10”02, si è riconfermato campione d’Europa: “Ho sentito il polpaccio chiudersi ai 70 metri e ho perso velocità, speravo in 9”95, ma l’importante era il titolo”. L’argento è andato al gigante Chituru Ali, che con un personal best di 10”05 e un taglio di capelli a zig-zag come due fulmini, sogna già Parigi: “Ali, bomaye”.

Il gigante Leonardo Fabbri, 2 metri per 126 chili, ha liberato la palla di ghisa da 7,26 kg spedendola a 22.45 metri, mettendo tutti gli altri concorrenti a più di un metro dietro. Con un elmetto da gladiatore, che però non gli entra per troppo cervello, Fabbri ha dimostrato che a Firenze i corpi michelangioleschi non mancano. “Finalmente ho vinto qualcosa, ora voglio andare a sfidare gli americani. Sarà una guerra fredda se non avessi vinto a Roma sarebbe stato brutto”. Il suo obiettivo è il primato europeo del tedesco Ulf Timmermann.

Lorenzo Simonelli, 22 anni, nato in Tanzania e residente a Roma, ha insegnato come affrontare gli ostacoli sui 110 metri. Con una voglia pazza di correre, ha migliorato il record italiano in semifinale (13”20) e in finale ha stabilito un nuovo record con 13”05, la migliore prestazione europea dell’anno. Con una linguaccia e un cappello di paglia, Simonelli ha festeggiato alla grande: “A motivarmi sono stati i risultati dell’Italia a Tokyo, e così mi sono detto: anche io voglio andare in cima al mondo”.

Il giovanissimo Mattia Furlani, 19 anni, riconoscibile dal simpatico cespuglio in testa, ha dimostrato che nel salto in lungo si può davvero volare. Con un primo salto da 8.36, ha risposto al greco Tentoglou con un 8.38, record mondiale junior. Nonostante Tentoglou abbia poi migliorato, Furlani ha mantenuto la calma e con la sua determinazione è arrivato secondo, pronto a nuovi esami come la patente di guida e la maturità.

E infine, il bronzo di Francesco Fortunato nella 20 km dimostra che dalla Puglia non arrivano solo talenti come Stano e Palmisano, ma anche nuovi campioni: “Saluto gli amici di Andria che sono venuti a Roma a tifare per me. Si dovranno spostare a Parigi”.

In una serata che ha visto l’Italia brillare, è chiaro che non ci fermiamo qui. Con una determinazione da guerrieri e un cuore che batte forte, i nostri atleti sono pronti a volare sempre più in alto, mostrando al mondo il vero spirito azzurro.

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