Strage di Palermo, l’indifferenza della sorella maggiore durante le torture alla madre e ai fratellini. Il dettaglio inquietante

Si aggrava ancora la posizione della figlia 17enne di Giovanni Barreca, accusato insieme a due conoscenti della strage della sua famiglia per un presunto esorcismo, ad Altavilla Milicia. “Ha sempre avuto a disposizione il telefono e ha continuato a mantenere i contatti con una compagna. Quando la madre le ha chiesto aiuto e le ha detto di chiamare i carabinieri, lei non lo ha fatto”.

La villetta della famiglia Barreca

“Scriveva a un’amica mentre la madre le chiedeva aiuto”

Non aveva subito alcuna sedazione, né abuso la figlia maggiore di Giovanni Barreca. Dopo la confessione del padre, i carabinieri l’avevano trovata chiusa nella sua stanza con il telefono cellulare a disposizione. Con il quale, però, non ha mai chiesto aiuto, nonostante l’esplicita richiesta di sua madre, Antonella Salamone, cui invece era stato impedito ogni contatto esterno. È quello che emerge dalla ricostruzione del gip, basata sulla testimonianza della giovane. Che ha anche confessato di aver partecipato ai riti di esorcismo con gli altri tre adulti indagati e che sono sfociati nel massacro della madre e dei due fratellini.

Dalla ricostruzione emerge che la 17enne “ha descritto con chiarezza le relazioni familiari e la sua condotta dimostrando di essere ben consapevole dell’evidente disvalore del delitto e delle sue valenze morali prima che giuridiche”. Dal racconto emerge una lunghissima sequenza di violenze, prima sulla madre e poi sui due fratelli. Era cominciato tutto nei primissimi giorni di febbraio, a cui lei avrebbe partecipato più volte. Seguiva indicazioni fornite sia dal padre che dalla coppia di fanatici religiosi, Sabrina Fina e Massimo Carandente.

“Mi hanno convinta di essere posseduta”

I due complici e presunti istigatori di Barreca avrebbero interrogato anche la figlia maggiore per capire se fosse posseduta. “Mi avevano convinto di essere pure io vittima di una maledizione da parte della mamma e della nonna. Mi hanno fatto bere moltissimo caffè e poi mi hanno fatto vomitare”. Nessuno, però, le ha mai tolto il telefono col quale avrebbe continuato a scambiare messaggi con un’amica di scuola, senza ascoltare le richieste di aiuto della madre.

Avrebbe potuto favorire la madre

“L’indagata ha sempre avuto a disposizione il telefono e, pur non andando a scuola, ha continuato a mantenere i contatti con una compagna e quando la madre gli ha chiesto aiuto e gli ha detto di chiamare i carabinieri, lei non lo ha fatto”- È la tesi del giudice nel provvedimento di convalida dell’arresto della 17enne. Dopo la morte dei fratelli e di Antonella Salamone e l’occultamento del cadavere della donna, bruciato e seppellito, l’attenzione dei due fanatici si sarebbe soffermata proprio su di lei.

“Avevano iniziato a farmi tante domande per vedere se fossi anche io un demone. Ho pure sentito che avevano raccomandato a mio padre di chiamare la polizia e di accusarmi di tutto quello che era successo. Mi sono spaventata, mi sono chiusa a chiave nella stanza, mi sono addormentata fino a quando non sono arrivati i carabinieri”.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.