È morto Bruno Segre: partigiano e monumento dell’antifascismo
È con profondo cordoglio che annunciamo la scomparsa di Bruno Segre, figura eminente dell’antifascismo italiano, deceduto all’età di 105 anni. La notizia è stata confermata dal figlio Spartaco.
Nato a Torino, Bruno Segre si distinse per il suo impegno nella lotta per la libertà e la giustizia. Dopo aver frequentato l’Università di Torino dal 1937 al 1940, come allievo del celebre Luigi Einaudi, si laureò in legge. La sua tesi fu un omaggio a Benjamin Constant, padre fondatore del liberalismo. Tuttavia, la sua aspirazione a diventare avvocato fu stroncata dalle leggi razziali, che gli impedirono di esercitare la professione a causa delle sue origini ebraiche.
La sua vita prese una svolta drammatica il 21 dicembre 1942, quando fu arrestato per disfattismo politico. Trascorse più di tre mesi in carcere, mentre suo padre veniva internato in Abruzzo. Questo evento segnò l’inizio di un periodo di clandestinità per Segre e la sua famiglia, rifugiatisi in un piccolo paese del cuneese tra Busca, Caraglio e Dronero.
Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale, Segre si unì attivamente alla Resistenza, contribuendo in maniera significativa alla lotta contro il fascismo. La sua esperienza durante questi anni oscuri fu non solo una testimonianza della sua incredibile forza e coraggio, ma anche un prezioso contributo alla storia dell’antifascismo in Italia.
Dopo la liberazione dell’Italia, Segre intraprese una nuova vita come giornalista e avvocato, continuando a essere un punto di riferimento e un testimone autorevole dei momenti più bui della storia italiana. La sua scomparsa lascia un vuoto incolmabile, ma il suo spirito e il suo impegno continueranno a vivere nelle generazioni future. Bruno Segre rimarrà un simbolo eterno di resistenza e di lotta per la libertà e la giustizia.