SCHIANTO MORTALE DURANTE UN INSEGUIMENTO: MUORE GIOVANE POLIZIOTTO
Sono davvero tanti gli uomini in divisa che, quotidianamente, perdono la vita. Ne abbiamo parlato svariate volte, soffermandoci su quanto il loro lavoro sia rischioso.
In questi ultimi mesi, il numero dei militari che hanno perso la vita è aumentato esponenzialmente. Troppi giovani, padri di famiglia o semplici ragazzi con grandi sogni, sono stati strappati all’affetto dei loro cari.
Un destino crudele se li è portati via. C’è chi non fa più parte della dimensione terrena a causa di un brutto male, chi per un incidente, chi perché suicidatosi e tutti questi casi sono accumulati dallo stesso dolore.
Parliamo di un dolore incessante, implacabile; una ferita sempre aperta nei familiari delle vittime.
Un giovane poliziotto ha perso la vita durante un inseguimento, mentre era in servizio. Lo schianto si è rivelato fatale.
Questo ragazzo che vedete in foto si chiamava Francesco Pischedda ed era un agente della polizia stradale. Parlo di lui al passato perché Pischi, come i suoi colleghi e amici lo chiamavano, è deceduto a soli 28 anni, mentre era in servizio. Una tragedia immane che ha colpito tutti gli italiani, imbattutisi nella sua drammatica storia. Per poterla ricostruire occorre fare un salto indietro nel tempo, al 2 febbraio 2017. Intorno alle 20:00 di sera, Pischedda si trovava insieme ad altri due colleghi sulla strada statale 36 nei pressi di Colico, in provincia di Lecco. I tre hanno imposto l’alt ad un furgone ma il mezzo non si è fermato, continuando il suo percorso.
A quel punto gli agenti lo hanno inseguito, a bordo della loro volante. Sono riusciti a bloccare il furgone ma i tre occupanti, tre malviventi, si sono dati alla fuga. Pischedda si è messo a inseguire uno dei ladri. Tra il ladro e il poliziotto 28enne è scoppiata una breve lite, sfociata, per entrambi, in un volo di circa 10 metri dal cavalcavia. I soccorritori del 118, a causa del luogo impervio, ci hanno messo un po’ di minuti ma alla fine sono riusciti a soccorrere i due feriti. I primi a intervenire sono stati i volontari della Croce Rossa che sono arrivati alle 20.42. Poco dopo, alle 20.58, sono arrivati un medico e un’infermiera con un’automedica. I medici hanno deciso di trasferire il poliziotto stradale 28enne a Gravedona e il ladro a Lecco. A rompere il silenzio, in una lunga intervista rilasciata a fanpage.it, è stata la madre di Pischedda.
La donna, rimasta orfana di suo figlio nel 2017, ha dichiarato: “L‘uomo che è caduto con mio figlio è stato trasportato subito in ospedale perché si dimenava e urlava tantissimo”, per poi aggiungere, in riferimento ai soccorritori intervenuti sul luogo dell’incidente: “Hanno pensato così di trasferire quell’uomo a Lecco mentre mio figlio è stato due ore e venti a terra con diverse fratture. Lo hanno portato a Gravedona dove lo hanno sottoposto a diversi esami. Quegli esami hanno delineato un quadro clinico molto grave”.
I soccorritori avrebbero ritenuto la situazione del figlio (poi deceduto) meno grave di quella del ladro. Il racconto prosegue, a fanpage.it, in modo straziante. La madre del povero poliziotto ha, difatti, detto che è stato trasportato con un’ambulanza a Lecco ma quando è arrivato presso il nosocomio era già morto. È deceduto dopo quattro ore e venti dall’incidente. La donna ha aggiunto: “Io so che i medici di Gravedona hanno fatto il meglio che hanno potuto così come i colleghi di Lecco. Penso però che se il 118 lo avesse portato subito a Lecco, dove doveva essere ricoverato inizialmente, forse sarebbe andata diversamente”, e poi queste parole che sono un colpo al cuore: “ Quando mi hanno chiamato dall’ospedale, per dirmi che mio figlio era morto, io avevo già pronta una valigia da trenta chili perché pensavo di partire dalla Sardegna, dove vivo, e rimanere in ospedale”.
Il 6 marzo 2022 uno dei tre ladri è stato condannato a 4 anni di carcere ma non per la morte del poliziotto della stradale, bensì per ricettazione e furto. Trovandosi in Austria, in cui è stato arresto e poi scarcerato nel 2019, la signora, rimasta orfana di suoi figlio, ha chiesto al giornalista di fanpage.it : “Lei pensa che questa persona verrà in Italia per scontare la sua pena? Alla fine né in un modo né in un altro ho avuto giustizia”. La donna si sente delusa dalla giustizia italiana in quanto suoi figlio e tutti coloro che fanno il suo lavoro, necessitano di una maggiore tutela. Oggi, 29 aprile, durante l’evento Cuore Siap organizzato dal Sindacato italiano appartenenti polizia a Milano, Pischi verrà ricordato dai suoi colleghi