A 5 anni era Giosuè, il dolce protagonista de La vita è bella di Benigni. Oggi ha 31 anni ed è irriconoscibile
Roberto Benigni in La vita è bella, che fine ha fatto il piccolo Giosuè Orefice? Una storia commovente, una pellicola che ha messo in risalto l’amore tra un padre e un figlio durante il tragico periodo dell’Olocausto. Il film ha girato per tutto il mondo diventando una delle pietre miliari nella storia del cinema, e infatti non poteva che aggiudicarsi il premio Oscar come miglior film straniero. E accanto all’esemplare interpretazione di Roberto Benigni nei panni di papà Guido, e quella di Nicoletta Braschi nei panni di mamma Dora, anche il piccolo Giosuè, interpretato da Giorgio Cantarini.
Che fine ha fatto Giorgio Cantarini de La vita è bella? Uno sguardo dolce, a volte spaurito, a volte sorridente e curioso grazie alle rassicurazioni di papà Guido e nonostante l’atroce scenario dell’Olocausto e della deportazione nei campi di concentramento. Il piccolo Giosuè, all’epoca un bimbo di 5 anni, è diventato uno dei volti indimenticabili nel panorama cinematografico mondiale, ma che fine ha fatto l’attore interprete Giorgio Cantarini, oggi 31enne? L’attore ha rilasciato una lunga intervista per le colonne de La Repubblica.
Che fine ha fatto Giorgio Cantarini de La vita è bella? Oggi l’attore ha 31 anni
“Giosuè mi ha accompagnato sempre. Non posso prescindere da lui e non sarebbe giusto, fa parte di me ed è un grande orgoglio. Lui viene prima? Va bene, lo accetto, mi è capitata una cosa molto bella e non c’è nulla di male”, sono le parole dello stesso Giorgio Cantarini a proposito della sua interpretazione nei panni del piccolo protagonista catturato insieme al papà dai nazisti e caricato su un treno insieme ad altri ebrei per la deportazione in un lager. Giorgio Cantarini non potrà mai dimenticare il momento del provino, ed è così che lo racconta: “I miei genitori mi portarono al provino senza ambizioni, avevano letto su un giornale che Roberto Benigni stava preparando un nuovo film e cercava un bimbo di un certo tipo. Siccome la descrizione mi assomigliava, decisero di andare. Ma così, per gioco, per provare una cosa nuova. Solo che alla fine mi presero. Ero sveglio, intelligente, e ovviamente inconsapevole”.
Giorgio e Roberto Benigni, svela l’attore, si continuano a sentire: “Con Benigni ci scriviamo ancora per raccontarci le novità. A volte gli ho chiesto consigli. Ci vogliamo bene, e questa cosa non finisce. Il nostro film possiede una potenza enorme che non si consuma mai”. La recitazione non ha mai smesso di accompagnare Giorgio, che ad oggi prosegue le sue doti attoriali a New York dove vive e lavoro dal 2019: “Portai anche uno spettacolo a teatro, una cosa ben fatta, poi però venne il Covid e tornai in Italia per una breve parentesi. In America ho fatto cinema e teatro, a New York ho ripreso lo spettacolo Lions don’t hug di Stella Saccà, dove recito da protagonista. Inoltre, sono stato attore e narratore in A.P. Giannini – bank to the future, la storia di Amedeo Peter Giannini che fondò la Bank of America e finanziò i primi passi di Hollywood, aiutando Chaplin, Frank Capra e Walt Disney nei loro film. Credo se ne parlerà anche in Italia, penso ne ricaveranno una serie tv”.
Giorgio ha preso parte anche al set de Comandante con Pierfrancesco Favino, intrerpretando i panni del adiotelegrafista Vezio Schiassi. Un’esperienza importante al fianco di uno degli attori più gettonati dei nostri tempi: Quando ho incontrato Favino per la prima volta, eravamo nella roulotte del trucco. Mi ero messo seduto in un angolo e lui mi ha detto “Ciao, tu sei Giorgio Cantarini, vero? Sei cresciuto, ma gli occhi sono sempre gli stessi”. Questa cosa mi ha colpito molto”.