Uccide moglie, figlio e suocera poi si suicida. Perché Martino era disperato
Sono arrivati importanti aggiornamenti sulla tragica strage di Alessandria, dove Martino Benzi ha ucciso moglie, figlio e suocera prima di suicidarsi. I tre omicidi erano avvenuti lo scorso 27 settembre, lasciando tutti sotto choc. Si è scoperto il presunto motivo alla base della sua follia assassina, infatti ha scritto un biglietto nel quale aveva ammesso di essere seriamente nei guai. E adesso c’è stata maggiore chiarezza su quanto successo.
La strage di Alessandria aveva scosso non solo la città piemontese, ma l’Italia intera. Martino Benzi aveva ucciso improvvisamente, senza che nessuno potesse immaginarlo, sua moglie e il figlio di 17 anni prima di recarsi in una struttura sanitaria dove si trovava la suocera, anche lei deceduta per mano dell’uomo. A spiegare meglio le problematiche nelle quali era finito il 66enne, che lavorava come ingegnere, è stato Repubblica.
Strage Alessandria, Martino Benzi uccise moglie, figlio e suocera: la scoperta
A morire nella strage di Alessandria furono dunque tre parenti stretti di Martino Benzi, che decise che ad essere ucciso non fosse solo il figlio minore, ma anche la moglie e quindi madre del ragazzo e la suocera anziana. Sarebbero ormai stati confermati problemi di soldi all’origine di questi tre assassinii e il successivo suicidio. La sua depressione pare fosse diventata sempre più marcata, anche se non aveva detto a nessuno di avere così tanti problemi economici. Aveva semplicemente raccontato al fratello di avere 30mila euro di debiti con l’Agenzia delle Entrate, ma che aveva ottenuto una rateizzazione.
Stando alle indagini portate avanti dagli inquirenti, si è compreso perché Benzi aveva scritto nel biglietto di addio: “Sono rovinato, non c’è via di scampo e la colpa è soltanto mia“. Secondo Repubblica, lui aveva accumulato importanti debiti col Fisco, infatti avrebbe dovuto sborsare 50mila euro per una cartella esattoriale inizialmente fissata a 30mila, ma che era incrementata perché lui non avrebbe mai versato nemmeno un euro.
La moglie si chiamava Monica Berta, mentre il figlio non ancora maggiorenne Matteo. L’ingegnere operava in uno studio di consulenza informatica e realizzazione di siti web, ma mai nessuno si aspettava che avesse contratto questo debito, diventato insostenibile.