Aboubakar Soumahoro, arrestate la moglie e la suocera
Moglie e suocera del deputato Aboubakar Soumahoro, Liliane Murekatete e Marie Therese Mukamatsindo, sono finite ai domiciliari per decisione del gip del tribunale di Latina nell’ambito dell’attività delle cooperative che si occupavano di gestione di richiedenti asilo e minori non accompagnati nella provincia di Latina. Quali le motivazioni che hanno portato a questa misura nei confronti delle due donne, membri del Consiglio di amministrazione della cooperativa “Karibu”?
Le indagini della Guardia di Finanza, che hanno visto coinvolte le cooperative “Karibu”, “Consorzio Aid Italia” e la “Jambo Africa”, avrebbero portato alla luce numerose criticità nelle strutture gestite dalle coop, tra cui – come riporta l’Agi – “soprannumero di ospiti, alloggi fatiscenti con arredamento inadeguato, condizioni igieniche carenti, derattizzazione e deblattizzazione assenti, riscaldamento assente o comunque non adeguato, carenze nell’erogazione dell’acqua calda, carenze nella conservazione delle carni, insufficienza e scarsa qualità del cibo, presenza di umidità e muffa nelle strutture, carenze del servizio di pulizia dei locali e dei servizi igienici, insufficiente consegna di vestiario e prodotti per l’igiene”.
“L’inosservanza delle condizioni pattuite, rilevate dagli ispettori della Prefettura oltre a quelli della Asl di Latina e ai vigili del fuoco, tali da far vivere gli ospiti in condizioni offensive dei diritti e della dignità degli uomini e delle donne, aggravate dalla condizione di particolare vulnerabilità dei migranti richiedenti protezione internazionale, ha generato considerevoli risparmi di spesa/profitti, che sono stati utilizzati per spese varie (alberghi, ristoranti, abbigliamento di lusso, accessori, gioielli ecc.) e/o investimenti del tutto estranei alle finalità del servizio pubblico e assolutamente non inerenti con l’oggetto sociale delle cooperative e la loro natura di enti no profit”, spiega la Procura di Latina in una nota.
“Queste distrazioni di denaro – aggiungono gli inquirenti – hanno consentito di ipotizzare a carico degli indagati i reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale (per distrazione) a seguito dell’accertamento giudiziario dello stato d’insolvenza della cooperativa Karibu e di autoriciclaggio di parte di dette somme, che sono state trasferite all’estero (Ruanda, Belgio e Portogallo) e reimpiegate in attività imprenditoriali e comunque estranee rispetto alle finalità di assistenza e gestione in Italia dei migranti e richiedenti asilo”.