“Addio, maestro”. Lutto nel cinema italiano, se ne va uno dei più grandi
Lutto nel mondo del cinema italiano. Un grande artista si è spento a 93 anni. L’uomo fu un grande regista e girò alcuni dei film più emblematici di questo paese: Intoccabili (1969); Sacco e Vanzetti (1970); Giordano Bruno (1973); L’Agnese Va A Morire (1976); Gli Occhiali d’Oro (1987). Nato a Genova nel 1930 avrebbe compiuto 94 anni il prossimo 22 febbraio. A soli 14 anni il famoso regista venne rastrellato dai nazifascisti in Liguria e deportato sul fronte al sud. Come ha raccontato lui stesso, riuscì a scappare per poi unirsi ai partigiani nel Gruppo di Azione Patriottica (Gap) della sua città.
La sua carriera nel cinema come attore nel 1951 in “Achtung! Banditi!” di Carlo Lizzani con Gina Lollobrigida e in “Cronache di poveri amanti” con Marcello Mastroianni. Fece l’attore anche per Luciano Emmer, Francesco Maselli, Elio Petri, Valerio Zurlini, Margarethe von Trotta, Nanni Moretti, Carlo Verdone e Francesco Bruni in “Tutto quello che vuoi” che nel 2018 gli valse un premio David di Donatello.
Lutto nel mondo del cinema italiano
Giuliano Montaldo è morto nella sua casa di Roma. L’uomo era tra l’affetto dei suoi cari: la moglie Vera Pescarolo, la figlia Elisabetta e i suoi due nipoti Inti e Jana Carboni. Per scelta della famiglia non si terranno esequie pubbliche. In un lungo articolo pubblicato da La Stampa il 15 aprile 2010 raccontò riguardo il suo esordio: “Ero a Genova, nel ‘50”.
Ancora Giuliano Montaldo: “Gigionescamente impegnato sul palcoscenico del Carlo Felice, il giorno in cui Lizzani, lungo, esile e gentile esattamente com’è adesso, mi chiese di recitare in ‘Achtung banditi!’ Facevo il commissario partigiano, avevo i capelli, mica come adesso, anzi, mi andava il boccolo sugli occhi e io lo scacciavo soffiando, tic che mi è rimasto anche da calvo.
Poi arriva la prima regia arriva nel ‘60, il film s’intitola Tiro al piccione, dirà a riguardo Giuliano Montaldo: “M’hanno menato tutti, ebbi critiche tremende. Mi accusavano di aver parlato teneramente di chi aveva sbagliato. Sono entrato in crisi e per tre anni non ho fatto nulla”. E su Gian Maria Volontè, interprete di Giordano Bruno e di Sacco e Vanzetti disse: “Volontè era una macchina perfetta, provava una scena e ti veniva subito la voglia di girarla, non c’era niente da aggiungere. Gian Maria mi ha insegnato tutto, anche l’importanza del silenzio, con lui le battute diventavano superflue, bastavano i suoi sguardi”.