“Cosa ci sta succedendo ora”. Orsa Amarena, l’uomo che l’ha uccisa rompe il silenzio
È un 56enne di San Benedetto dei Marsi l’uomo che ha ucciso con un colpo di fucile a distanza ravvicinata l’orsa Amarena, conosciuta per le sue incursioni nei centri abitati ai margini del Parco Nazionale d’Abruzzo, Molise e Lazio. Dopo il tragico fatto, l’uomo è stato individuato dai carabinieri della Compagnia di Avezzano, insieme a quelli della specialità forestale del Gruppo dell’Aquila. Il fucile da caccia era legalmente detenuto da chi ha utilizzato l’arma dopo aver notato la presenza dell’orsa Amarena all’interno del giardino di casa.
I militari, subito arrivati sul posto, hanno sequestrato il corpo dell’animale preso, poi, in consegna dal servizio veterinario del Parco Nazionale d’Abruzzo. Sequestrata anche l’arma incriminata, il bossolo espulso e altre armi possedute dall’uomo. Il 56enne, indagato dalla Procura di Avezzano, dovrà rispondere del delitto di uccisione di animali e della contravvenzione di abbattimento di un esemplare di orso.
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Amarena, parla l’uomo che ha ucciso l’orsa in Abruzzo
Andrea Leombruni è l’uomo che ha sparato il colpo di fucile che ha ucciso Amarena e in queste ore ha rilasciato un’intervista all’Ansa. “Sono tre giorni che non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85 enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna”. È distrutto il 56enne, che da quando è balzato alle cronache non riesce più a vivere.
“Ci devi passare per capire quello che sto provando ora – ha detto ancora Andrea Leombruni – ho sbagliato. L’ho capito subito dopo aver esploso il colpo di fucile. I carabinieri li ho chiamati io. È successo in uno spazio piccolissimo – aggiunge il 57enne abruzzese -, io mi ero appostato per vedere chi fosse, mi sono trovato all’improvviso quest’orso ed ho fatto fuoco per terra, non ho mirato, il fucile aveva un solo colpo”.
La moglie di Andrea Leombruni racconta che da quando è morta Amarena ha paura delle ritorsioni, delle minacce e “di questa violenza e questo martirio che ci stanno facendo. C’è la Procura che indaga, sono loro i titolati a farlo, a giudicare, noi sicuramente saremo puniti e ripeto giustamente, ma perché dobbiamo vivere sotto scorta? Perché dobbiamo aver paura di vivere?”.