“Come si avvelena un feto”. Omicidio Giulia Tramontano, la scoperta choc su Alessandro Impagnatiello: il dettaglio atroce
Fin dove si può spingere il male, la cattiveria umana? A questa difficile domanda proviamo a dare risposta parlando della ricerca choc di Alessandro Impagnatiello, l’uomo accusato di aver ucciso la compagna Giulia Tramontano e il figlio Thiago che lei portava in grembo. L’ipotesi dell’accusa è che a dare 37 coltellate alla 29enne in quella maledetta notte tra il 26 e il 27 maggio del 2023 sia stato proprio il barman. L’uomo, subito dopo l’omicidio aveva scritto all’altra donna con cui aveva una vita parallela che Giulia “se ne era andata” e che ora “era libero“.
Dopo quattro giorni di silenzio e depistaggi, il barista ha confessato l’omicidio della fidanzata. A giugno è uscita la notizia che la Procura fosse orientata a chiedere il rito immediato. Per i magistrati non ci sono dubbi: nel computer del barman sono state trovate tracce inequivocabili della sua intenzione di uccidere la compagna e il feto che portava in grembo. Ad oggi non si capisce ancora perché l’uomo abbia messo in atto il suo piano. Nel frattempo, comunque, i medici legali su incarico della Procura di Milano stanno lavorando per portare a galla altri elementi che possano corroborare le accuse nei confronti dell’uomo.
La ricerca choc di Impagnatiello: “Come uccidere un feto col veleno”
Il quotidiano “Il Giorno” scrive che Alessandro Impagnatiello avrebbe cercato col suo computer su internet “Come uccidere una donna incinta con il veleno” e “come avvelenare un feto“. Queste le due frasi che gli inquirenti aggiungeranno all’impianto accusatorio nei confronti del 30enne. I periti tecnici dovranno redigere la relazione su questo presunto utilizzo del veleno.
Un fatto che ovviamente aggraverebbe la posizione di Impagnatiello andando a confermare l’ipotesi della premeditazione. Un altro dubbio è se l’uomo sia stato aiutato da un complice o abbia fatto tutto da solo. Sulla scena del delitto, sotto al cellophane che avvolgeva il corpo di Giulia, è stato infatti trovato un capello. Saranno i carabinieri del Ris di Parma ad eseguire il test del dna per capire a chi appartenga.
Gli investigatori hanno in ogni caso escluso che la mamma di Alessandro Impagnatiello possa aver aiutato il figlio. Giulia Tramontano era al settimo mese di gravidanza. Il figlio, a cui aveva già dato il nome di Thiago, sarebbe dovuto nascere in estate. Altro dettaglio macabro su cui gli inquirenti stanno lavorando è capire se la giovane donna sia morta dopo la prima coltellata oppure dopo le altre, una delle 37 che il fidanzato le ha inferto. Un dettaglio importante per capire se i magistrati potranno aggiungere l’aggravante della crudeltà alle accuse mosse ad Impagnatiello.