PURTROPPO È UFFICIALE. LA PESSIMA NOTIZIA PER CHI HA UN CANE È ARRIVATA

Sappiamo perfettamente quanto amore incondizionato i nostri amici a quattro zampe riescano a donarci senza pretendere nulla in cambio. Ci rallegrano, ci  risollevano il morale, ci riempiono di coccole.

Chi ha la fortuna di possedere un cane in casa, sa di avere a che fare con un angelo, seppur combina guai. Ci sta che la casa sia più in disordine, che qualche cuscino venga rosicchiato ma questo è nulla rispetto alla gioia che sono in grado di donarci.

Logico che ogni padrone dovrebbe osservare delle regole di buonsenso, per evitare che, tenendo in cattive condizioni il proprio animale domestico, tale situazione possa ripercuotersi sul vicinato.

Un vecchio detto recita: “non fare all’altro quello che non vorresti fosse fatto a te”. Anche i padroni di un quattro zampe devono gestirlo, senza minare, in alcun modo,  la serenità altrui.

In proposito, per i proprietari di cani, è arrivata una pessima notizia.

Sono in tanti a sostenere che i cani siano i migliori amici dell’uomo; in tanti coloro che non possono fare a meno di un amico a 4 zampe che riempia di gioia la loro vita. Ma, come sempre, anche in questo caso, vige la regola del buon senso e del rispetto delle norme, per evitare di andare incontro a sanzioni severe se l’animale non viene tenuto in condizioni consone, arrecando danni di vario tipo al vicinato.

La Corte di Cassazione di Caltanissetta, confermando la sentenza della Corte d’Appello di Caltanissetta, ha stabilito che se un cane abbaia tutta la notte, rendendo impossibile il riposo, i vicini hanno diritto a un risarcimento. Tutto è partito dal caso dalla sentenza n. 23408/2022 dello scorso 27 luglio, che ha accolto la domanda dei vicini di casa di un padrone di 2 cani, che li lasciava abbaiare tutte le notti sul terrazzo di un appartamento situato non in aperta campagna, ma all’interno di un condominio.

Come scrive la Cassazione, un vicino si era rivolto al tribunale di Nicosia, in provincia di Enna, chiedendo al giudice un risarcimento del danno alla salute subìto in conseguenza dei cupi ululati nonché continui e fastidiosi guaiti, specie nelle ore notturne e di riposo, emessi dai cani che i vicini avevano collocato e mantenuto sia sul terrazzo dell’abitazione, sia sul terreno comune.

L’uomo aveva anche spiegato che, non riuscendo a riposare per il continuo abbaiare dei cani, era stato costretto ad assentarsi dal lavoro per malattia, per poi essere licenziato. Il padrone dei cani si è difeso, dicendo che non c’era una prova della connessione tra licenziamento e mancato riposo legato ai rumori dei cani ma nonostante il suo tentativo di sedare i toni,i vicini hanno avuto ragione. L’uomo è stato condannato al pagamento di 5200 euro, “oltre a spese generali ed accessori” (quindi altri 2700 euro di spese di giudizio). 

La Cassazione ha spiegato che, per poter configurare il reato di disturbo del riposo e delle occupazioni delle persone, è necessario che il fastidio provocato dal cane del vicino che abbaia superi la normale tollerabilità. In fin dei conti il nostro codice civile è molto chiaro stabilendo che: “chiunque, mediante schiamazzi o rumori, ovvero abusando di strumenti sonori o di segnalazioni acustiche, ovvero suscitando o non impedendo strepiti di animali, disturba le occupazioni o il riposo delle persone, ovvero gli spettacoli, i ritrovi o i trattenimenti pubblici, è punito con l’arresto fino a 3 mesi, o con l’ammenda fino a euro 309. Si applica l’ammenda da euro 103 a euro 516 a chi esercita una professione o un mestiere rumoroso contro le disposizioni della legge o le prescrizioni dell’Autorità”. 

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