“Ti prego, che fai”. Lei al volante a 140 km/h e il fidanzato nell’auto, che muore. Momenti choc
Un video choc in cui si vede una ragazza a folle velocità in auto, gli amici e il fidanzato che la pregano di rallentare e poi la tragedia. È quanto accaduto a Horbury, Wakefield, Regno Unito. Protagonista della triste vicenda Chelsea Standage, 21 anni, di Barden Road, Wakefield. La giovane aveva bevuto quasi il doppio del limite legale di alcol per guidare quando la sua auto ha percorso la strada a folle velocità.
Tutto è stato ripreso da una telecamera e ora il video è diventato virale. Una corsa che purtroppo ha causato la morte del suo fidanzato Elliott Lemm e il grave ferimento di due amici che si trovavano in auto. La ragazza, ubriaca, ha ignorato le suppliche terrorizzate dei suoi amici mentre percorreva la strada a 140 chilometri orari.
Guida ubriaca e a folle velocità, si schianta e uccide il fidanzato
In un filmato scioccante girato all’interno dell’auto, Chelsea Standage, all’epoca 19enne guida in forte stato di ubriachezza mentre i passeggeri terrorizzati la implorano di rallentare. nel filmato si sente la giocane schernire gli amici e il fidanzato: “Amici, non ha mai avuto un incidente hahahaha” pochi istanti prima di schiantarsi contro un muro.
Nell’impatto il fidanzato di Chelsea Standage ha perso la vita e le due altre persone a bordo sono rimaste gravemente ferite. Giovedì la ragazza è stata condannata a otto anni e otto mesi di carcere. Le è stato anche vietato di guidare per 10 anni. Un portavoce della polizia ha detto che l’alcol test ha dato un risultato di 63 microgrammi di alcol per 100 millilitri. Il limite legale in Inghilterra è 35.
“Elliott è morto così, all’improvviso, aveva ancora così tanto da fare e così tanto che volevo dirgli. Ogni mattina quando mi sveglio il mio cuore è spezzato”, ha rivelato la madre del fidanzato della giovane. Dopo la condanna, il sergente Paul Lightowler ha affermato che le “azioni sconsiderate” di Standage hanno avuto un “impatto assolutamente devastante non solo su coloro che erano in macchina, ma anche sulle loro famiglie, amici e sulla comunità in generale”.