Scontro tra medici causa della morte di Purgatori: tutto sul calvario sanitario
Il calvario sanitario di due mesi che ha preceduto la morte del giornalista Purgatori è al centro di un’indagine condotta dai carabinieri del Nas, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Colaiocco e dal pm Giorgio Orano. La ricostruzione dei fatti, dalla prima visita medica del 24 aprile fino al decesso di Purgatori il 19 luglio, risulta un compito arduo. Le cartelle cliniche acquisite da diverse strutture ospedaliere – la Pio XI, Villa Margherita, il San Pietro e l’Umberto I – rappresentano le tessere di un puzzle ancora da comporre.
Queste strutture sanitarie, seppur non coinvolte nelle indagini, vengono citate nella denuncia depositata dalla famiglia Purgatori. All’interno del documento sono dettagliati gli eventi a partire dal 24 aprile, quando Purgatori è sottoposto a una Tac e a una biopsia presso la clinica Villa Margherita.
Il responso di tali esami ha spinto Purgatori a rivolgersi alla clinica romana Pio XI, un’eccellenza in ambito sanitario. Lì, il dottor Gualdi e un suo collaboratore avrebbero convinto il giornalista a iniziare un percorso di radioterapia per combattere delle presunte metastasi cerebrali.
Nonostante le rassicurazioni dei medici della Pio XI sul buon andamento della terapia, i sintomi di Purgatori indicavano una realtà diversa. Una nuova visita a Villa Margherita e un nuovo responso hanno seminato ulteriori dubbi: secondo questi medici, non vi erano tracce di metastasi al cervello. La diagnosi è stata successivamente confermata da un docente della Sapienza.
È in seguito a queste dichiarazioni contrastanti che è nato uno scontro tra le autorità mediche. Nel frattempo, le condizioni di Purgatori, che aveva anche cercato un consulto presso una clinica milanese, sono precipitate. L’8 luglio è stato ricoverato in ospedale, presumibilmente per un’ischemia.
Il decesso è avvenuto il 19 luglio, forse a causa di un’infezione che lo avrebbe colpito nel momento in cui era più debole. La ricostruzione della vicenda è complessa e verrà confrontata con i risultati dell’autopsia sul corpo di Purgatori, affidata ai medici dell’ospedale di Tor Vergata. Nel caso emergessero elementi sospetti, potrebbe essere richiesto l’intervento di un consulente esterno.
L’indagine continua, tesa a far luce sulla serie di eventi e sulle decisioni mediche che hanno portato al tragico epilogo.