“Non posso stare zitta”. Romina Power stanca di tacere, ha deciso di raccontare tutto
Romina Power ha deciso di rompere il silenzio e non nascondersi più; l’ex moglie di Albano Carrisi è tornata recentemente sulla questione della figlia Ylenia, scomparsa da quasi 30 anni. “Ylenia, il tuo bel viso appare improvvisamente nella mia mente come i raggi del sole appaiono dietro le nuvole nel cielo. Dove sei amore mio?”, scriveva sui social. Tanti i fan che avevano manifestato vicinanza e affetto nei riguardi della cantante, come tanti erano stati quando Al Bano, poche settimane fa, aveva parlato del motivo del loro addio.
Sulle pagine di Oggi aveva detto: “Lo dico oggi per la prima volta, il problema fu la marijuana. Romina fumava quella robaccia anche quattro volte al giorno. E lo faceva da anni, ancor prima della scomparsa di Ylenia. Era un’altra donna. Fumava ed era allegra; finito l’effetto si intristiva e piangeva. Era irriconoscibile”.
Romina Power contro gli allevamenti intensivi: “Basta bere latte”
“Non esprimeva più quell’attaccamento alle cose, la passione per la vita, per quello che avevamo vissuto e costruito quegli anni. Fu l’inizio della fine”. Parole che per Romina Power avevano commentato i fan. Da parte sua Romina ha deciso di non restare zitta su un altro problema: quello degli allevamenti intensivi. “Faccio fatica a credere a che livello di cattiveria arriva l’essere “umano””, ha detto.
“Il tutto a scopo di lucro. Pura avidità. Non bevete latte di mucca! È per i vitelli, non per noi”, ha scritto Romina, condividendo alcuni attrezzi in vendita usati sui vitelli. “E i vitellini cosa mangiano?”, ha chiesto un fan, allibito. “I vitelli li ammazzano per chi mangia vitello”, ha risposto Romina. La causa animalista è particolarmente sentita da Romina Power.
In Italia ci sono oltre 131 mila allevamenti bovini situati principalmente in Lombardia, la regione che vanta anche il maggior numero di questi animali. A seguire ci sono Veneto, Lazio, Piemonte, Sicilia e Campania. La Campania è anche la regione italiana con il maggior numero di allevamenti di bufali, 1200, la metà del totale nazionale, e quello di capi (il 70% del totale).