“La droga nel cocktail, poi l’orrore”. Dalla vip lo choc più totale, la confessione
“Durante il mio secondo anno di università ero uscita con le mie coinquiline per andare a ballare e stupidamente accettai dei drink da un gruppo di ragazzi che non conoscevo. Era inizio serata (saranno state le 11 di sera) e io da quel momento non mi ricordo nulla. Zero assoluto”, inizia così il racconto del volto dei social dopo aver condiviso due articoli di giornale sul caso Leonardo La Russa, il figlio del presidente del Senato Ignazio La Russa denunciato da una 22enne per una presunta violenza sessuale.
Ha voluto raccontare la sua esperienza e mettere in guardia le ragazze che potrebbero incappare in quello che è accaduto a lei: “A quanto pare ho preso i sensi, è arrivata l’ambulanza fuori dal locale e io mi sono svegliata il giorno dopo alle 13 in ospedale. Grazie al cielo quella sera una delle mie coinquiline non ha lasciato mai il mio fianco, mentre l’altra ha continuato a far serata”.
Il racconto è un pugno nello stomaco. Gaia Zorzi, sorella dell’influencer ed ex concorrente del Grande Fratello Vip 5 Tommaso, ha raccontato nei dettagli la brutta esperienza vissuta: “Rimase pure in ospedale fino alle sei di mattina (quando le dissero che probabilmente mi sarei svegliata tardi e le conveniva tornare a casa)”, ha rivelato l’influencer parlando della sua coinquilina.
Sempre su Twitter Gaia Zorzi ha parlato dello choc arrivato dal risultato delle analisi del sangue: “Trovarono nel mio sangue rohypnol un sedativo conosciuto come “date drug””. Le date drug sono note anche come droghe dello stupro, termine utilizzato con riferimento alle sostanze utilizzate per intossicare e inabilitare potenziali vittime, rendendole ancora più vulnerabili alle aggressioni sessuali, ma soprattutto meno capaci di ricordare i dettagli e in alcuni casi la violenza stessa.
Gaia Zorzi ha parlato anche del locale dove purtroppo è stata drogata. “Anni dopo questo locale di Maastricht chiuse dopo che questa cosa successe a più ragazze e si scoprì che erano i baristi a vendere queste sostanze ai ragazzi che frequentavano la discoteca”, ha scritto ancora sul suo account Twitter. Sotto al suo racconto sono numerosi i commenti di vicinanza a Gaia Zorzi ma anche chi, come lei, ha vissuto la stessa esperienza. Tra questi anche il commento di una madre di un’adolescente che ammette di provare paura, che il “sangue le si gela nelle vene”, nel leggere racconti di questo tipo.