POLIZIOTTA SENZA VITA, È STATO IL SUO COLLEGA: COSA AVEVA SCOPERTO
Mentre in tutta Italia, giustamente, si parla del femminicidio della 29enne campana Giulia Tramontanano, incinta al settimo mese di gravidanza, per mano di Alessandro Impagnatiello, barman 30enne da cui aspettava un piccolo che si sarebbe chiamato Thiago, la cronaca, purtroppo, non si placa.
C’ è un altro caso che ha scosso la polizia e il nostro Paese e che non può essere omesso, andandosi ad aggiungere a ciò che è, a tutti gli effetti, una mattana. Parliamo di Pierpaola Romano, 58 anni, era una mamma, una moglie, una poliziotta.
Originaria di Marzano Appio, in provincia di Caserta, è l’ultima vittima di femminicidio. Viveva da oltre vent’anni a Roma. Da tempo si era stabilita nel quartiere di Torraccia, una zona residenziale dove vivono poliziotti, carabinieri e militari dell’Esercito.
Anche questa splendida donna non fa più parte della dimensione terrena, anche lei ha subito una fine terribile, e il suo paese d’origine Marzano Appio, piccola comunità dell’alto casertano che conta circa 2000 abitanti, è sconvolta per l’accaduto, mentre continuano a giungere messaggi di cordoglio da parte di colleghi, istituzioni e tanta gente comune che ha preso a cuore il suo caso, terminato nel peggiore dei modi.
Vediamo insieme cosa è accaduto a Pierpaola Romano, in quanto sappiamo perfettamente che chi le ha tolto la vita era un suo collega. Tutti i dettagli della vicenda, nella seconda pagina del nostro articolo.
Pierpaola Romano, ispettrice superiore di 58 anni in forze all’Ispettorato della Camera dei Deputati, viene raggiunta nella sua abitazione nel quartiere di Torraccia, periferia Nord-Est della capitale a ridosso del Grande Raccordo Anulare, da Massimiliano Carpineti, anche lui poliziotto, dieci anni più piccolo di lei.
La donna scende, lui appena sa di non potere mancare il bersaglio la fredda nell’androne del palazzo con tre colpi esplosi con l’arma di servizio a distanza ravvicinata. Per Pierpaola non c’è scampo. L’assistente capo della polizia risale a bordo di una Matiz Chevrolet bianca, per poi togliersi la vita in via Nino Tamassia sparandosi, con la stessa arma con cui l’ha tolta alla 58enne .
Stando a quanto ricostruito, pare che la poliziotta avesse deciso di lasciarlo da qualche giorno, ponendo la parola fine alla relazione con Carpineti, nata sul luogo di lavoro. Lui, non accettando la rottura, si è presentato sotto casa e, probabilmente, l’ha fatta inginocchiare, prima di toglierle la vita. Lei gli aveva spiegato che doveva iniziare una pesante cura, di non stare bene, di non voler avere altre preoccupazioni, mentre Carpineti non aveva creduto alla sua versione e forse era venuto a conoscenza del riavvicinamento della poliziotta al marito, da cui si era separata, Adalberto Montanaro un poliziotto anche lui, un ispettore di Caserta e ai vertici del commissariato di Sant’Ippolito.
Lavoravano insieme qualche anno fa, prima che la Romano andasse in servizio alla Camera dei Deputati dove garantiva la sicurezza. Intanto i poliziotti aiutano chi indaga, raccontando: “Paola aveva detto ad alcuni colleghi che Massimiliano gli faceva paura, era preoccupata delle sue reazioni e del suo comportamento”.
Intanto, mentre gli inquirenti stanno passando in rassegna i cellulari delle due vittime, al fine di ricostruire gli ultimi giorni di vita della Romano, il primo cittadino di Marzano Appio, Antonio Conca , ha dichiarato: “Siamo sconvolti per quello che è accaduto. Una bravissima ragazza – prosegue la fascia tricolore – Ricordo i genitori che vivevano a Campagnola, lei invece viveva a Roma dove lavorava alla Camera dei Deputati. La nostra comunità, in particolare quella della frazione di Campagnola, esprime profondo sconcerto per l’accaduto e si stringe al dolore dei familiari”.