Selvaggia Lucarelli condannata, la collega Sandra Amurri: “Mi ha diffamato sui social”
Selvaggia Lucarelli è stata condannata per diffamazione da un giudice del tribunale di Fermo. La giornalista del Fatto Quotidiano dovrà dunque pagare una somma di denaro a titolo di risarcimento alla collega Sandra Amurri. I fatti in questione risalgono all’agosto 2020, quando la Amurri decide di commentare sui social un articolo della Lucarelli sulla storia d’amore tra la ex compagna di Silvio Berlusconi, Francesca Pascale, e la cantante Paola Turci. Secondo Sandra Alurri la replica di Selvaggia Lucarelli sarebbe stata offensiva. Per questo ha deciso di citarla in giudizio.
“Satira convergente da Novella 3000. Trionfo dell’eleganza! Povero il mio ex giornale”, così Sandra Amurri aveva commentato il pezzo di Selvaggia Lucarelli sulla storia tra Francesca Pascale e Paola Turci, in cui veniva citata anche l’omosessualità della cantante Fiorella Mannoia.
Selvaggia Lucarelli condannata per diffamazione contro Sandra Amurri
“I licenziati livorosi, che triste categoria. – così aveva replicato Selvaggia Lucarelli riferendosi a Sandra Amurri – Peggio però sono quelli che fingono di non capire una battuta e strumentalizzano il femminismo e la solidarietà femminile per attaccare qualcuno (la Mannoia che è parecchio più intelligente di te l’ha capita senz’altro). Peggio ancora sono quelli che se ne stanno zitti finché prendono il loro stipendio in un giornale. Poi quando vengono mandati via si scoprono improvvisamente coraggiosi e sputano veleno su ex colleghi. Amurri, fatti una vita”, aveva concluso la giornalista ora condannata.
Ora però, dopo la sentenza del tribunale di Fermo, Sandra Amurri decide di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. “Mentre lei, a seguire della chiusura di ‘Non è l’arena’ ha twittato la falsa informazione che nelle redazioni si rincorre la notizia che ci sarebbero state le forze dell’ordine in casa di Massimo Giletti, nonché in alcuni uffici amministrativi, io posso dire che la notizia che la riguarda è vera. – si sfoga la giornalista – È stata condannata per avermi diffamata sui social definendomi ‘licenziata livorosa, una che è stata zitta finché pagata’ e divenuta coraggiosa solo dopo essere stata ‘mandata via’”.