SALVATORE PAROLISI, LA CONFESSIONE CHOC DEL FRATELLO DI MELANIA REA: “LA FIGLIA HA..”
Sconvolse tutta l’Italia il delitto di Melania Rea, una splendida 29enne, uccisa a coltellate il 18 aprile 2011 per mano di suo marito, Salvatore Parolisi, condannato alla peggiore delle pene, l’ergastolo, arrivato il 26 ottobre 2012, nonostante lui si sia sempre professato innocente.
Sicuramente l’omicidio di Melania fu uno dei più efferati che la cronaca nera del nostro Paese ricordi. Parolisi è attualmente recluso nel carcere milanese di Bollate, mentre Melania, ormai da troppi anni, giace in una bara. Melania si trovava sul Colle San Marco di Ascoli Piceno con il marito, Salvatore Parolisi, 30 anni, caporalmaggiore del Rav Piceno, e la figlia Vittoria di 18 mesi.
Parolisi, intorno alle 16:34, si era recato dalla titolare di un bar-ristorante Il Cacciatore, dichiarando che non riusciva più a rintracciare la moglie, allontanatasi per andare in bagno, mentre lui era rimasto con la piccola alle altalene.
Le ricerche sono scattate immediatamente, con la formalizzazione della denuncia di scomparsa alle 21 della stessa sera, fino a quando il 20 aprile 2011, intorno alle 14:50, nell’ufficio del centralino del 113 di Teramo arriva la telefonata di un uomo che comunica la presenza di un cadavere, rinvenuto per caso, mentre stava facendo una passeggiata nel Bosco delle Casermette, in località Chiosco della Pineta.
Ieri, 20 aprile, sono passati esattamente 12 anni da quando il cadavere di Melania Rea è stato rinvenuto nel bosco delle Casermette, a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo. Il fratello di Melania, Michele Rea, si è lasciato andare ad una confessione choc riguardante proprio Vittoria, la bimba di Melania e Parolisi.
Sono trascorsi 12 lunghi anni dall’omicidio di Melania Rea eppure il dolore dei suoi familiari è sempre più forte, in quanto la condanna definitiva a 20 anni di carcere di Salvatore Parolisi, che ha ucciso la moglie con 35 coltellate «in un dolo d’impeto», così com’è stato stabilito, lasciandola a terra agonizzante, è uno dei casi di cronaca nera italiana più efferati, rimasto impresso nella memoria collettiva.
Ieri, a 12 anni esatti dalla morte di Melania, suo fratello, Michele Rea, che abbiamo imparato a conoscer per le interviste rilasciate sui siti che si sono occupati del caso del femminicidio di sua sorella, si è lasciato andare ad un duro sfogo, dicendo: “Purtroppo quella stessa legge che prevede tanti diritti, a noi non consente di sapere nulla su di lui . Non credo che quando uscirà dal carcere verrà a cercare sua figlia perché se ci avesse tenuto a lei, noi adesso non staremmo neanche parlando e Melania sarebbe ancora viva”.
Vittoria, la figlia di Parolisi, che quel maledetto pomeriggio in cui sua madre è stata massacrata, veniva spinta dal padre carnefice sull’altalena del Colle San Marco, oggi è cresciuta ed è addirittura cambiato cognome… fa sapere Michele, precisando: “La decisione di far cambiare il cognome alla bambina, che poi non è più una bambina, la reputo giusta. D’altronde, hanno ottenuto l’autorizzazione ed è tutto legale”.
Nel frattempo, Michele ha regalato alla nipote Vittoria la gioia di essere cuginetta. Si, perché ha avuto un figlio, Michele. Commosso, ha dichiarato: “ Mia nipote gli fa da sorella maggiore. Posso davvero dire che con lei stiamo tutti facendo un buon lavoro. È bravissima a scuola e ci dà tante soddisfazioni”.
Il pensiero va, inevitabilmente, alla sua Melania e alle tante vittime, come sua sorella, di femminicidio, chiosando: “Non è possibile che dopo questi fatti, però, siano le vittime e le loro famiglie a doversi sempre difendere dagli assassini”.