“In pensione un anno prima”: la decisione del governo. Cosa cambia
C’è una svolta importante che starebbe per coinvolgere le pensioni. Una novità per gli italiani sarebbe ormai all’orizzonte, stando a quanto riferito in anteprima dal sito Repubblica. Sta lavorando alacremente il governo di centrodestra, guidato dalla premier Giorgia Meloni, affinché una platea dei beneficiari della pensione possa andare in pensione un po’ prima del previsto. Si tratterebbe di una decisione che potrebbe essere accolta con favore da parte di coloro, che usufruirebbero di questo provvedimento.
L’esecutivo Meloni è quindi concentrata sull’argomento pensioni e su questa novità, che gli italiani stanno aspettando che possa giungere a compimento. E ci sarebbe un incremento di coloro che potrebbero intascare la misura. Sembra che questo cambiamento possa essere messo in un decreto ministeriale, che già si occuperà di un altro ambito altrettanto importante, ovvero il reddito di cittadinanza che si trasformerà in Mia, ovvero misura di inclusione attiva. Ma vediamo la novità riguardante il pensionamento.
Pensioni, novità in arrivo per molti italiani
L’ultima notizia sulla pensioni e sulla novità per una fetta di italiana fa riferimento all’Opzione Donna, che attualmente è strutturata così: “La usufruiscono le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 abbiano maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni, e che si trovino in una delle condizioni indicate nella stessa norma. “Il requisito anagrafico di 60 anni è ridotto di un anno per figlio nel limite massimo di due anni”. Ma ora c’è una possibile variazione.
Adesso il governo vorrebbe rendere più bassa l’età minima di 12 mesi, infatti passerebbe a 59 anni e senza la presenza del vincolo sui figli. E sono anche state fornite delucidazioni su quanto verrebbe a costare questo provvedimento, nel momento in cui entrasse in vigore questa misura governativa. Non resta adesso che attendere sviluppi, visto che la situazione è tutta in divenire. Ad essere convinti di questa variazione sono Marina Calderone e Claudio Durigon, rispettivamente ministro del Lavoro e sottosegretario al ministero in questione.
Per il 2023 questa misura graverebbe sullo Stato italiano per 70 o 80 milioni, mentre nel 2024 bisognerebbe sborsare dai 250 ai 300 milioni. Capiremo nei prossimi giorni se sarà fattibile andare avanti con questa proposta: le beneficiarie diventerebbero 13.200 rispetto alle attuali 2.900.