Emicrania, ansia e vertigini, per i medici. Ma Emma ha un tumore al cervello: come se n’è accorta
Questa è la storia di Emma Capper, una poliziotta di 39 anni di Oldham, nel Regno Unito. Da donna pensava di avere solo una “forte ansia” che la faceva stare male. Ma la realtà era un’altra, una vicenda che mette i brividi. Ma andiamo con ordine. Mamma di tre bambini, Emma si è scontrata con diagnosi superficiali e imprecise, prima di scoprire che era stata colpita da un male terribile nascosto nella sua testa. Non il primo, purtroppo. La donna aveva infatti già combattuto con un tumore al seno, ma pensava di esserne uscita quasi illesa.
Poi la comparsa dei primi sintomi (difficoltà a girare la testa, emicrania e instabilità in posizione eretta). A questo punto la poliziotta ha deciso di rivolgersi ad alcuni specialisti, che l’hanno “liquidata” diagnosticandole una vertigine e “una forte ansia”. Niente di grave insomma. La storia di Emma Capper però non è finita: la donna è stata dimessa dopo la visita con la prescrizione di alcuni beta-bloccanti, che servono a curare l’ipertensione.
La storia di Emma Capper che scopre di avere un tumore così
Poi però, una volta aumentati i sintomi, ha capito che non poteva essere un problema di ansia. La mamma dei tre bimbi ha iniziato a vomitare e non riuscendo a fissare un appuntamento col suo medico di famiglia, si è rivolta a un pronto soccorso, dove le è stato offerta una scansione al cervello, che ha rivelato la massa tumorale.
Proprio così: aveva un cancro al cervello. Naturalmente la Capper è stata portata immediatamente in un ospedale specializzato per l’operazione al cervello, che è riuscita senza intoppi. In questo momento la donna è ancora in attesa degli esami per capire se il tumore si sia diffuso ulteriormente o se l’operazione ha rimosso il cancro interamente.
https://platform.twitter.com/embed/Tweet.html?dnt=false&embedId=twitter-widget-0&features=eyJ0ZndfdGltZWxpbmVfbGlzdCI6eyJidWNrZXQiOltdLCJ2ZXJzaW9uIjpudWxsfSwidGZ3X2ZvbGxvd2VyX2NvdW50X3N1bnNldCI6eyJidWNrZXQiOnRydWUsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0ZndfdHdlZXRfZWRpdF9iYWNrZW5kIjp7ImJ1Y2tldCI6Im9uIiwidmVyc2lvbiI6bnVsbH0sInRmd19yZWZzcmNfc2Vzc2lvbiI6eyJidWNrZXQiOiJvbiIsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0Zndfc2hvd19idXNpbmVzc192ZXJpZmllZF9iYWRnZSI6eyJidWNrZXQiOiJvbiIsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0ZndfbWl4ZWRfbWVkaWFfMTU4OTciOnsiYnVja2V0IjoidHJlYXRtZW50IiwidmVyc2lvbiI6bnVsbH0sInRmd19leHBlcmltZW50c19jb29raWVfZXhwaXJhdGlvbiI6eyJidWNrZXQiOjEyMDk2MDAsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0ZndfZHVwbGljYXRlX3NjcmliZXNfdG9fc2V0dGluZ3MiOnsiYnVja2V0Ijoib24iLCJ2ZXJzaW9uIjpudWxsfSwidGZ3X3ZpZGVvX2hsc19keW5hbWljX21hbmlmZXN0c18xNTA4MiI6eyJidWNrZXQiOiJ0cnVlX2JpdHJhdGUiLCJ2ZXJzaW9uIjpudWxsfSwidGZ3X3Nob3dfYmx1ZV92ZXJpZmllZF9iYWRnZSI6eyJidWNrZXQiOiJvbiIsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0ZndfbGVnYWN5X3RpbWVsaW5lX3N1bnNldCI6eyJidWNrZXQiOnRydWUsInZlcnNpb24iOm51bGx9LCJ0Zndfc2hvd19nb3ZfdmVyaWZpZWRfYmFkZ2UiOnsiYnVja2V0Ijoib24iLCJ2ZXJzaW9uIjpudWxsfSwidGZ3X3Nob3dfYnVzaW5lc3NfYWZmaWxpYXRlX2JhZGdlIjp7ImJ1Y2tldCI6Im9uIiwidmVyc2lvbiI6bnVsbH0sInRmd190d2VldF9lZGl0X2Zyb250ZW5kIjp7ImJ1Y2tldCI6Im9uIiwidmVyc2lvbiI6bnVsbH19&frame=false&hideCard=false&hideThread=false&id=1550863053410881537&lang=it&origin=https%3A%2F%2Fwww.caffeinamagazine.it%2Fstoria%2Fla-storia-di-emma-capper%2F&sessionId=fbd3a566f9314343728e892a162433ebd1dd9911&theme=light&widgetsVersion=aaf4084522e3a%3A1674595607486&width=550px
A riguardo Emma ha dichiarato: “Se non fossi andata al pronto soccorso quel giorno, non l’avrei mai scoperto. Non so come facevo a lavorare ogni giorno. Fino a quando la mia testa non è stata scansionata, non era possibile sapere se il tumore fosse lì o meno. Parlando con i medici in ospedale, mi hanno detto che il sintomo successivo sarebbero state le convulsioni”.