Messina Denaro, cos’è successo a pochi metri dal carcere in cui è rinchiuso
Matteo Messina Denaro è rinchiuso da poco più di una settimana nel carcere de L’Aquila ma il suo arresto continua a far discutere. Subito dopo l’arresto erano risuonate le parole d’allarme di Salvatore Borsellino, fratello di Paolo, il giudice antimafia ucciso da Cosa nostra nella strage di via D’Amelio. “Da un lato c’è la soddisfazione per un criminale finalmente assicurato alla giustizia, dall’altro l’amarezza per il fatto che ci siano voluti, come per Riina, 30 anni di latitanza prima di catturarlo. Questo aspetto mi fa perdere il gusto di questa gioia”.
E ancora: “Il sospetto che questa cattura sia ancora una volta frutto di un baratto con la criminalità organizzata. Non vorrei che a fronte di questo arresto ci sia la liberazione dall’ergastolo ostativo di personaggi come i Graviano. Mi aspetto di non vedere pagato nel prossimo futuro il prezzo di questa cattura. Non vorrei che la contropartita dell’arresto di Messina Denaro fosse l’abolizione dell’ergastolo ostativo”.
Messina Denaro, murales di Giuseppe Di Matteo vicino al carcere
Intanto un messaggio contro il boss di Cosa Nostra arriva dall’arte, dallo street art Laika per la precisione che ha realizzato un murales (poi rimosso) che rappresenta il piccolo Giuseppe Di Matteo, il il figlio del collaboratore di giustizia Santino ucciso e sciolto nell’acido l’11 gennaio del 1996, poco distante dal Carcere. A Ilpescara.it Laika racconta le ragioni dell’opera.
“Ho realizzato questo poster – racconta l’artista – qualche giorno prima di leggere le parole di Santino, padre di Giuseppe, che dichiarava ‘la vittoria’ del figlio, perché con l’arresto di Messina Denaro tutti gli uomini di quell’efferato delitto che all’epoca sconvolse il paese intero, sono finalmente in carcere”. Il titolo dell’opera racchiude esplicitamente il suo significato. “La mafia fa schifo – afferma Laika – non credo servano molte altre parole”.
“Non c’è perdono per persone come Matteo Messina Denaro e per tutto il sistema di cui fa parte. La mafia è un cancro da estirpare, la mafia è nelle istituzioni, nelle azioni, nella mentalità, nella cultura di certa gente. La mafia va combattuta quotidianamente denunciando, senza paura. A Matteo Messina Denaro – conclude l’artista – auguro di vivere più giorni possibile nelle sue condizioni sapendo adesso, che proprio fuori dalla sua ‘gabbia’ c’è raffigurata una delle sue vittime che esulta per la sua cattura”.