“Addio”. Lutto nella televisione italiana, se ne va uno dei grandi maestri
Gino Landi è morto a 89 anni. Il famoso coreografo e regista televisivo e teatrale ha legato il suo nome a quello di Pippo Baudo, col quale ha collaborato anche durante i Festival di Sanremo. Il suo vero nome era Luigi Gregorio ed era nato a Milano il 2 agosto del 1933. Ha esordito come ballerino, scoperto da Erminio Macario, poi si è imposto come coreografo firmando i sabato sera italiani da Sanremo al Festivalbar.
A teatro Gino Landi ha dato vita alle coreografie di spettacoli celebri come Rugantino e Aggiungi un posto a tavola. Non appena saputa la notizia Pippo Baudo ha commentato all’Agi: “Ho saputo della morte di Gino da un amico in comune, è un momento di grande sofferenza. L’ho sentito personalmente qualche mese fa, sapevo che stava male e parlava stentatamente e non volevo disturbare, per questo chiamavo suo figlio o Cristina, la sua assistente”.
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Gino Landi, una carriera di successi e soddisfazioni
Gino Landi ha lavorato nel cinema, al teatro e nella televisione diventando uno dei più affermati registi del panorama italiano e internazionale. Ha collaborato, tra gli altri, con Nino Rota, Federico Fellini e Ennio Flaiano.
Figlio di due artisti di varietà, dopo il debutto come ballerino Gino Landi si dedica alla coreografia. Nel 1957 la sua firma compare per la prima volta sulla locandina di Non sparate alla cicogna di Macario. In seguito è autore dei balletti di Io e l’ipotenusa (1959) e di Cieli alti (1962). Intanto entra in Rai con la qualifica di regista (1958) chiamato a realizzare le coreografi e per Buone vacanze (1959) e per Giardino d’inverno (1961).
Gino Landi è stato un maestro del teatro musicale leggero e regista storico del Festival Internazionale dell’Operetta fin dalla sua fondazione nel 1970. Come coreografo o come regista o in entrambi i ruoli ha firmato più di trenta produzioni del Festival triestino, da Il paese dei campanelli (1970), a Vedova allegra, Ballo al Savoy, Al Cavallino Bianco (2003) e Paganini (2004). Al Teatro Verdi, infine, ha messo in scena anche Les Contes d’Hoffmann di Offenbach nella stagione lirica 2000/2001.