Sinisa Mihajilovic, a un mese dalla morte la scoperta sulla tomba
Sinisa Mihajolovic, cosa c’è sulla sua tomba. È passato un mese dalla morte del popolare calciatore e allenatore che ha sconvolto il mondo del pallone e non solo. Sinisa era un personaggio capace di superare i confini della singola tifoseria, come hanno dimostrato i tantissimi messaggi arrivati subito dopo l’annuncio del decesso. Era il 16 dicembre quando con una nota i familiari rendevano nota al mondo la fine di un grande sportivo e un grande uomo.
“La moglie Arianna, con i figli Viktorija, Virginia, Miroslav, Dusan e Nikolas, la nipotina Violante, la mamma Vikyorija e il fratello Drazen, nel dolore comunicano la morte ingiusta e prematura del marito, padre, figlio e fratello esemplare, Sinisa Mihajlovic”. Il giornalista Mario Giordano ha fatto sapere: “L’ultimo messaggio che mi ha mandato #sinisa era perché voleva aiutare una coppia di anziani in difficoltà che aveva visto a #fuoridalcoro. Addio uomo dal cuore grande. Scusa se non ti avevo capito subito e grazie per quello che ci hai insegnato. Veglia su di noi da lassù”.
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Sinisa Mihajlovic, cosa c’è sulla sua tomba oggi
Il grande affetto che tanta gente provava nei confronti di Sinisa Mihajlovic è confermato da quello che sta avvenendo sulla sua tomba al Verano, meta di molti che vogliono salutare il calciatore. Come racconta Luca Baccolini su repubblica tutti al cimitero sanno che il suo posto è lì, riquadro 119, cappella 2, piano terra. Una tomba semplice dove non compare nulla delle gesta sui campi di calcio di mezzo mondo. Solo la data di nascita, quella di morte e due parole in serbo: “Volimo te”, ovvero “Ti vogliamo bene”, “Ti amiamo”.
In molti di quelli che hanno visitato la sua tomba hanno voluto lasciare un ricordo del proprio passaggio. C’è chi semplicemente ha scritto un messaggio nel libro delle firme e chi ha lascito un peluche di leone. E ancora l’adesivo della Stella Rossa, squadra con cui vinse la Coppa dei Campioni nel ’90-’91, un cuore di carta disegnato da un bambino, un alberello di natale, un’icona ortodossa raffigurante san Basilio. E poi, come detto, i messaggi, alcuni perfino irriverenti ma al tempo stesso gonfi d’amore e ammirazione.
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Un anonimo ha scritto: “Come avversario per me rimarrai sempre lo zingaro, ma come uomo sei uno di quelli che ammiro più al mondo”. E ancora: “Un abbraccio al più grande uomo che ho conosciuto”, scrive Roberto, tassista romano. “Il tuo sinistro sempre nei nostri cuori” e “Grazie per l’uomo che sei stato, nello sport come nella vita – scrive Lorenzo – A Bologna ti abbiamo amato tutti”. Al Verano sono sepolti Goffredo Mameli, Trilussa e Giuseppe Ungaretti, “ma Sinisa – rivela un addetto al cimitero – è uno dei più cercati in questi giorni, quasi come Rino Gaetano”.
In una scatola vicino alla lapide ci sono centinaia di foto e cartoline in cui Sinisa compare con le diverse maglie indossate. E poi le figurine Panini che, chiunque vuole, può portare a casa come un santino. E come fa una signora che forse non ha mai guardato una partita di pallone in vista sua. “Però so bene chi era lui”, fa sapere a bassa voce.