Covid e rischio dalla Cina, interviene Massimo Galli
Il Covid sta tornando a far paura in Italia, soprattuto per l’imprevedibilità della malattia. Com’è noto, in altre nazioni come la Cina, il virus torna a mietere terrore. L’impennata dei nuovi casi nel mese di dicembre registrata da Pechino, non ha fatto dormire sonni tranquilli neanche al Ministero della Salute italiano che durante le festività natalizie ha tuttavia placato i timori in relazione a un nuovo contagio di una nuova variante.
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“Sebbene l’evoluzione della pandemia sia allo stato attuale imprevedibile, il nostro Paese deve prepararsi ad affrontare un inverno in cui si potrebbe osservare un aumentato impatto assistenziale attribuibile a diverse malattie respiratorie acute, prima fra tutte l’influenza, e alla possibile circolazione di nuove varianti di SARS-CoV-2, determinato anche dai comportamenti individuali e dallo stato immunitario della popolazione”, è quanto sottolinea la nuova circolare del Ministero della Salute diramata ieri che aggiorna e sostituisce quella del 29 dicembre scorso.
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Massimo Galli: “Covid, variante Terminator: cosa succede nel 2023”
A prendere la parola è anche Massimo Galli, direttore del reparto di Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, che ospite di ‘Agorà’ su Rai Tre ha dichiarato: “Non ci aspettiamo che compaia una variante ‘Terminator’ ma una un po’ più diffusiva che comunque oggi possiamo fronteggiare”. E ancora: “L’emergenza cinese allarma e preoccupa ma viviamo una situazione diversa rispetto a quella che abbiamo vissuto negli anni scorsi”.
“In Italia ci sono 50 milioni di persone che hanno completato il primo ciclo vaccinale e si può presumere che siano sufficientemente in grado di resistere alla malattia e di non finire in rianimazione. Poi ci sono 30milioni di italiani – dice Galli – anche si sono rivaccinati e che il virus l’hanno contratto”.
Conclude Galli: “Evidentemente, non ci dobbiamo aspettare, se le cose rimangono così, un enorme ritorno del Covid”. Riguardo le misure del governo, il Ministero fa presente tramite la circolare sopracitata, che ci sarà una proroga al 30 aprile 2023 sull’uso di dispositivi di protezione delle vie respiratorie per i lavoratori, gli utenti e i visitatori delle strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali.