Bimbo di 6 anni ridotto in fin di vita, indagati i nonni
Continua a lottare in prognosi riservata e con ferite gravissime il bimbo di sei anni ricoverato riservata all’ospedale Gaslini di Genova dal 19 dicembre scorso. Il piccolo avrebbe dato questa risposta prima di perdere conoscenza al personale medico che gli chiedeva cosa fosse successo: “Non lo posso dire”. La Procura e la polizia di Ventimiglia stanno cercando di ricostruire realmente l’accaduto: per l’episodio è indagato in stato di libertà per lesioni gravissime, il compagno della nonna del bimbo di 6 anni. L’uomo è stato a lungo interrogato dal pubblico ministero. Il fatto è accaduto il 19 dicembre. Il bambino di sei anni era stato affidato alla nonna e al suo compagno.
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Come si legge sull’agenzia Agi, la coppia aveva raccontato che, a causa di un momento di distrazione, avevano perso di vista il piccolo e poi lo avevano ritrovato vicino casa in strada, ma ferito. Il bambino era stato raccolto dal compagno della nonna e portato in auto sul posto di lavoro del padre, ad almeno 2 chilometri di distanza dal luogo del ritrovamento: l’uomo parlò di un investimento da parte di un’auto pirata, ma dalle telecamere della zona non è stato rilevato un passaggio di mezzi. Il piccolo aveva riportato fratture a otto vertebre e a un braccio, lesioni alla milza e aveva un polmone collassato. Anche la nonna del bimbo è stata iscritta nel registro degli indagati per lesioni gravissime.
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Genova, bimbo di sei anni massacrato di botte: è in fin di vita
Si sta vagliando la versione dell’uomo sia per quello che è accaduto in casa e nel cortile, dove il compagno della nonna ha pestato il bambino fino a renderlo esanime per poi inscenare la storia dell’investimento, sia il motivo di un comportamento così violento – il piccolo sarebbe stato colpito col bastone di una tenda – giustificato dallo stesso aggressore con dei futili motivi. Il pm Maria Paola Marrali starebbe indagando anche nella sfera più intima e personale sia del bambino che del 75enne, G.C., al momento indagato per lesioni gravissime insieme alla nonna, M.C, 64 anni. “Ora abbiamo solo bisogno di lavorare con tranquillità”, si limita a dire il procuratore capo di Imperia Alberto Lari.
Inizialmente il nonno acquisito era stato ascoltato come testimone: poi ha deciso di parlare presentandosi in commissariato insieme all’avvocato Maria Spinosi, confessando il pestaggio, ma il suo racconto ha presentato incongruenze. Nel frattempo al Gaslini resta il padre del bambino, mentre la mamma è rimasta a Ventimiglia con il figlio più piccolo. Durissimo lo sfogo su Facebook, poi cancellato, del papà: “In questo momento abbiamo soltanto bisogno della massima calma, della massima fiducia nella questura.
Lasciamo fare a chi sicuramente sa qualcosa più di noi, per favore. Sono pienamente fiducioso nel loro lavoro”.
“Mai prima del 19 dicembre il bimbo aveva manifestato disagi nello stare con la coppia”, spiega a Repubblica l’avvocato Maria Gioffrè, che assiste i genitori del piccolo: “Hanno sempre lasciato alla nonna e e al compagno il figlio. Erano tranquilli come lo sono i genitori che sanno di poter contare sui nonni. E non ci sono mai stati segni sul corpo del bambino né altro che potessero far pensare a maltrattamenti”.