Mike Bongiorno, la storia della salma trafugata e come è stata recuperata
Il nuovo episodio di Ossi di Seppia: Quello che ricordiamo è sul caso della salma trafugata di Mike Bongiorno. La puntata sarà disponibile su RaiPlay dal 13 dicembre e sarà trasmesso su Rai 3 il 16 dicembre e tratterà il caso parlando delle indagini, dell’incredulità degli italiani e della famiglia del celebre conduttore Mediaset. Il tutto con la voce narrante dello scrittore Giancarlo Liviano D’Arcangelo.
Nella notte fra il 24 e il 25 gennaio 2011 dal cimitero di Dagnente, sul lago Maggiore, qualcuno trafuga la salma di Mike Bongiorno. La banda spezza la lastra del loculo della tomba della famiglia Bongiorno e carica la bara su un’auto, per poi allontanarsi in una stradina secondaria. “La reazione del paese fu di grande sgomento. Tra le ipotesi che andarono per la maggiore ci fu anche quella del satanismo. Perché il Piemonte è abbastanza noto per tradizioni legate a pratiche sataniste e alla stregoneria”, le parole della voce narrante.
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Mike Bongiorno, la storia della salma trafugata
“Io cercavo di presiedere il più possibile la zona del cimitero perché volevo capire. – legge ancora Giancarlo Liviano D’Arcangelo – Transitavano in quei momenti personaggi particolari, come il veggente. Era un tipo un po’ estroso del paese che sosteneva di poter individuare il luogo preciso dove si nascondeva la salma, se solo avesse avuto un frammento di vestito o un oggetto di Mike, e collegare i suoi poteri soprannaturali per ritrovarlo”.
La tomba di Mike Bongiorno è stata ritrovata quasi un anno dopo a Vittuone, un piccolo paese vicino Milano, precisamente l’8 dicembre del 2011. Era stata abbandonata in un fontanile profondo circa tre metri. I due ricattatori che hanno cercato di prendere del denaro ai familiari di Mike Bongiorno per la restituzione del feretro sono stati condannati per tentata estorsione.
Pasquale Cianci, 68 anni, è stato condannato in Appello a 2 anni e 4 mesi di carcere per tentata estorsione in concorso, mentre Luigi Spera ha patteggiato una pena di 1 anno e 7 mesi. I due sono stati condannati in via definitiva non per aver rubato la bara ma per aver tentato un’estorsione fingendosi i rapitori. Dopo il ritrovamento della bara, la famiglia ha deciso di cremare Mike Bongiorno. Le sue ceneri sono state sparse sul Monte Cervino, in Val d’Aosta, uno dei suoi luoghi del cuore.