Governo, cosa succede tra Giorgia Meloni e Carlo Calenda
Nei giorni scorsi Giorgia Meloni ha presentato la manovra di bilancio. Un pacchetto da 35 miliardi di euro che, come al solito, fa discutere. Ne sono una prova i messaggi che circolano sulla pagina ufficiale della premier: “?? Questa sarebbe la manovra salva Italia? – scrive un’utente-. Io non rientro in nessuna manovra e o beneficio, ho 2 figli, appena supero i 15.000 di ISEE e nessun aumento di assegno unico premetto che arrivo a fine mese a fatica e non sono assolutamente ricco. Se le cose non cambiano, mi rimangerò di averti votato”.
“E non voterò mai più nessuno, siete tutti uguali, pensate solo a voi stessi e fate promesse solo per farvi eleggere!!! Che delusione!!! Va bene aiutare i bisognosi e sono d’accordo, ci mancherebbe. Ma esistono anche gli altri che a stento sopravvivono… Vergogna”. Tanti anche i commenti di incitamento al premier e una mano tesa che arriva da dove non ci si aspetta.
Dal Terzo Polo per la precisione e dal suo leader Carlo Calenda. Nel presentare la proposte del suo partito sulla legge di bilancio aveva detto: “”Chiediamo un incontro alla Meloni. Questa manovra è pericolosa in questo momento, non ha una visione. Ma la presidente del Consiglio è nuova, pensiamo vada aiutata, non solo contestata. Le chiediamo un incontro per rivedere i numeri, perché così la manovra non funziona”.
Poi ha aggiunto: “Meloni penso sia molto capace e intelligente, pur con idee molto diverse dalle mie, mi aspetto che raccolga uno stimolo molto strutturato. Se poi vuole andare avanti con il ‘siamo pronti’ vada avanti finché non prende un muro in pieno. La trasformazione del governo in un governo Salvini sarà un Armageddon per il Paese, non è quello che vuole la Meloni”.
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Mano tesa che Calenda conferma anche durante una intervista a Repubblica sottolineando però di rimanere fedele ai suoi principi pure nella collaborazione. “Le cose giuste, come quelle sbagliate, non hanno colore. Io sto con Pd e 5S sul salario minino e vorrei migliorare la Finanziaria. Non c’è contraddizione – ha spiegato a Repubblica – In una fase complicata per il Paese -noi ci siamo assunti l’onere di fare una proposta di bilancio strutturata, che poi abbiamo offerto sia alle opposizioni, sia alla maggioranza. Il Pd non ha mai risposto, mentre Meloni dicendo che mi vuole incontrare ha fatto un gesto importante”.