LAVORA PER POCHI MESI IN OLANDA, 50 ANNI DOPO GLI ARRIVA UNA LETTERA
La disoccupazione, nella nostra Penisola, è alle stelle. Sempre più giovani emigrano, con la speranza di trovare un lavoro dignitoso, poiché è proprio vero che “il lavoro nobilita l’uomo”.
Sono in tanti coloro che vengono sottopagati, che si ritrovano con contratti di lavoro precari, che lavorano a nero in condizioni davvero pietose, senza il rispetto dei primari diritti di un lavoratore.
Come se tutto questo non bastasse, il numero di coloro che perdono la vita, rimanendo vittime di incidenti lavorativi, è davvero impressionante. Un’emergenza nell’emergenza che non si può più ignorare.
In tanti sono coloro che chiedono di poter lavorare dopo anni spesi a studiare. Vorrebbero una stabilità, per poter mettere su famiglia ma questa sembra solo un’utopia.
Ogni tanto, però, capita di sentire delle notizie che ci rallegrano ma che, nello stesso tempo, invitano a riflettere. Vediamo, ad esempio, cosa è accaduto a Cagliari.
Parliamo di una vicenda che lascia i lettori italiani davvero senza parole, poiché la nostra Italia sembra lontana anni luce da altri Paesi europei dove, per fortuna, si vive moto meglio e si rispettano di gran lunga i lavoratori. Proprio dalla Sardegna arriva la storia di cui vi parlerò che sembrerebbe surreale, pur assicurandovi che si tratta di pura realtà.
Il protagonista, come riportato dal sito newslavoro.com, è il commerciante Carlo Coco, che anni fa, per qualche mese, ha vissuto e lavorato in Olanda, ricordando con piacere quel bellissimo periodo della sua vita. Tornato in Italia, dove ha continuato a lavorare per altri decenni, l’uomo ha ricevuto una lettera direttamente dall’Olanda. Nell’aprire la missiva, è rimasto completamente incredulo di quello che si è trovato a leggere. Questo quanto scritto: “Caro Signor Carlo Coco, lei ha compiuto 65 anni di età, e per questo motivo le riportiamo tutti i dati per la sua pensione in seguito al lavoro prestato in Olanda nel 1971″.Ne sono seguiti momenti di perplessità, necessità di dover dare un senso a quella comunicazione, con la speranza che non si trattasse di uno scherzo davvero pesante.
Ogni suo dubbio è stato vanificato da uno schema riepilogativo dei conteggi con il messaggio ben preciso: “per voi sono riservati 48 euro al mese”, e le modalità con le quali avrebbe potuto ricevere la cifra pensionistica mensile. Lo stupore ha preso il sopravvento ma la moglie, olandese di nascita, ha considerato la cosa come perfettamente normale… in Olanda, non in Italia. Se in diversi paesi europei, l’erogazione delle pensioni, a fronte del pagamento di tasse e contributi, non è un lontano miraggio, nel nostro Paese ci si barcamena tra un’infinità di intoppi burocratici e tra addetti ai lavori incapaci o poco volenterosi.
Coco avrebbe dovuto chiedere la collaborazione dell’Inps per poter ottenere i suoi 48 euro mensili. L’ente, per integrare il suo assegno pensionistico, avrebbe dovuto semplicemente inviare i moduli compilati dal commerciante in Olanda ma, trascorsi 2 anni, il malcapitato non aveva ricevuto ancora nulla. Deciso a intascare quello che gli spettava, è riuscito a mettersi in contatto con un operatore olandese. Grazie a quella chiamata ha scoperto che il modulo dell’Inps non è mai arrivato in Olanda.
Su tutte le furie, Coco si è recato all’Inps e grazie ad un impiegato stavolta meticoloso, i tanto sudati moduli sono stati ritrovati e spediti in Olanda. Da lì in poi, i tempi si sono accelerati, e Coco ha ricevuto tutti gli arretrati dei due anni precedenti in cui la lettera non è arrivata a destinazione. A scusarsi, non coloro che non avevano inviato la modulistica ma l’ufficio pensionistico olandese, pur non avendone alcuna colpa! E se è vero che la fortuna a volte fa ambo, Coco ha ricevuto poco dopo un’altra lettera, volta ad adeguare l’assegno pensionistico del 30%. Oggi, dunque, per quei pochi mesi di lavoro prestato in Olanda, percepisce 62 euro al mese.