“Ho avuto un tumore”. Valerio Scanu, choc in diretta tv: la notizia dopo l’annuncio del matrimonio
Valerio Scanu, confessione choc a Oggi è un altro giorno: il cantante ha raccontato di aver combattuto contro un tumore. Una storia rimasta sepolta fino ad oggi e che esce fuori proprio nei giorni in cui il vincitore di Sanremo 2010 ha annunciato il matrimonio con il fidanzato Luigi. Una sorpresa per il futuro sposo, rimasto a bocca aperta, come si può vedere nel video postato da un amico della coppia. Ma è stato una sorpresa anche per i fan del cantante, che non aveva mai fatto il coming out e che sulla sua vita privata era sempre stato molto attento.
La proposta è stata a dir poco emozionante. “Mi vuoi sposare?”, ha detto l’ex protagonista di Amici davanti a un gruppetto di amici presenti nella stanza, pronte a immortalare il romantico momento. Nella decisione di rompere ogni indugio ha influito anche la malattia rivelata nel pomeriggio di oggi. Un cammino difficile doloroso. “Nel marzo del 2020 sono stato operato, mi hanno asportato metà polmone. In quel periodo ero solo, non volevo nessuno, mi sono schermato, credo che in fondo volessi fare l’eroe”.
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Valerio Scanu, confessione choc: “Ho avuto un tumore al polmone”
“Non si poteva fare l’esame istologico perché era molto centrale, il mio medico l’ha chiamato un tumoretto, era una roba di neanche due centimetri. Fare un ago aspirato avrebbe potuto fare più danni” spiega Scanu che poi ha aggiunto: “Mi hanno asportato mezzo polmone”. Durante quei giorni difficili Valerio mentì anche ai suoi genitori. “A mio padre dissi che era una cicatrice, nella videochiamate mi toglievo l’ossigeno per non farlo preoccupare”.
E ancora: “E per non farlo venire in ospedale mi sono inventato un’ordinanza del Comune di Roma, e che se fosse venuto senza permesso durante le restrizioni per il covid lo avrebbero arrestato. L’esame estemporaneo istologico accertò che si trattava di adenocarcinoma, quindi un tumore maligno, mi hanno tolto tutti i linfonodi, ma non c’è stato bisogno di terapia”.
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“L’unico cruccio che ho è che mio padre poi è morto di covid, anche questa una malattia che ha compromesso i suoi polmoni: nutro un senso di colpa perché ho pensato che si fosse caricato sulle sue spalle la mia malattia. Dopo la sua morte mi sono riempito di impegni, lavoro, studio, tutto pur di dimenticare ma la cosa va rielaborata: sto facendo un percorso da uno psicoterapeuta, ho capito che avevo fatto un lavoro di diciassociazione, a volte pensavo che non fosse mai esistito”.