ITALIA, BARE PRECIPITATE IN MARE: LO SCEMPIO SULLE SALME

A volte ci capita di imbatterci in storie dell’orrore, dai tratti forti, decisamente macabri, in cui non c’è rispetto neppure per i morti; di chi se n’è andato troppo presto, di chi ha lasciato i suoi cari all’improvviso.

C’è chi crede che, con la dipartita, un defunto smetta di soffrire e che possa finalmente vivere una dimensione di gioia, lontana dalla sofferenza, dal dolore del mondo.

In fin dei conti, siamo tutti di passaggio su questa terra e dobbiamo sempre avere in mente la caducità della vita terrena. Per chi ha fede, il corpo, contenuto in una bara, così come il luogo in cui è ubicato, rappresenta un modo per restare in contatto con il proprio caro scomparso.

Un modo per dire ” ci sono, sono accanto a te”. Poi accadono cose che ci fanno rimanere sconvolti, basiti, letteralmente senza parole o solo con parole di rabbia, in quanto anche nei cimiteri i morti non possono riposare in pace.

Quanto accaduto al cimitero di Camogli, parte di riviera fatta più di roccia che di sabbia, ha suscitando un’ondata fortissima di polemiche tra gli utenti del web. Vediamo cosa è successo .

Ogni cento anni, la falesia cambia pelle, ossia si staccano le pareti rocciose che piombano in mare, ridisegnando il profilo di questo splendido litorale. Stavolta, nel cambiar pelle, un costone è precipitato in mare ma a precipitare sono state anche centinaia di bare, quelle del cimitero di Camogli, dopo che il terreno è franato.

Un territorio sicuramente fragile, quello in cui si è assistito ad un macabro spettacolo delle bare che si sono schiantate sulla scogliera, distrutte, per poi essere trasportate dalla corrente verso il porticciolo. Ad assistere, sotto choc, a quest’assurda scena, degli operai che stavano lavorando alla ristrutturazione di alcuni colombari.

Testimoni oculari, hanno sentito  vibrare forte il terreno, sino a quando la parete della falesia si è staccata e, con essa, diversi loculi, finiti in mare. Quel che è accaduto è davvero agghiacciante, tra brandelli di un salma portati da un gabbiano, e il maltempo che ostacola il recupero delle 200 bare e urne disperse.  I gabbiani che fanno scempio di cadaveri, come nei peggiori film horror, mentre i vigili del fuoco sono in continuo lavoro, in una corsa contro il tempo, sfidando le cattive condizioni meteo che imperversano.

Ovviamente è stata avviata un’inchiesta, da parte dei carabinieri che hanno recuperato tutti i documenti e le ordinanze relative ai lavori nel cimitero di Camogli che, da sempre, è considerato uno dei più suggestivi della riviera. La procura di Genova ha aperto una inchiesta per frana colposa, mentre, per monitorare il tratto crollato, sono stati montati dei sensori dai vigili del fuoco, sfruttando la rete wireless.

Il sindaco Francesco Oliva ha spiegato: “Vicino all’area del crollo sono in corso lavoro di consolidamento della falesia. Da una prima analisi, ma solo domani potremo fare esami più accurati, emerge che è stato un crollo difficilmente prevedibile e contenibile. Sulla cima di questa falesia c’erano una serie di loculi che sono precipitati”. La Rari Nantes Camogli, società di pallanuoto, ha organizzato una raccolta fondi on line per la ricostruzione del cimitero, mentre due ditte specializzate in lavori di alpinismo, Tecnoart ed Euroimpianti, hanno dato la loro disponibilità per operare sulla parete a titolo gratuito, sia per il recupero che per la messa in sicurezza del costone.

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.