DELITTO DI COGNE, LA NOTIZIA IMPROVVISA È APPENA ARRIVATA: “È MORTA POCO FA”
Quella che vedete in foto, in molti la conoscono già, essendo stata ribattezzata dalla cronaca come la villetta degli orrori, quella in cui si è compiuto il delitto di Cogne, uno dei più efferati della cronaca nera degli ultimi anni.
E’ uno di quei delitti, tutt’oggi costellati da moltissimi dubbi, nonostante siano trascorsi ben 20 anni da allora. Per la giustizia processuale, una sola è stata la colpevole: Annamaria Franzoni, che ha scontato la sua pena.
Ricostruiamo cosa accadde il 30 gennaio 2022. Alle 8:27 Annamaria Franzoni, madre di 2 bambini, ha chiamato prima la dottoressa Ada Satragni, poi la centrale del 118 e, infine, l’ufficio del marito.
Chiamate che sottendevano un agghiacciante motivo: suo figlio, il piccolo Samuele Lorenzi, di soli 3 anni, giaceva nel lettone matrimoniale, in gravissime condizioni, tanto da essere dichiarato morto poco dopo.
Nel 2008 la Franzoni è stata condannata in via definitiva a 16 anni di reclusione dalla Corte di Cassazione ed oggi, dopo aver scontato 6 anni di carcere, 5 ai domiciliari e aver goduto di 3 anni di indulto, è una donna libera per buona condotta. Ma c’è una notizia che è appena arrivata, riguardante proprio il delitto di Cogne. Vediamo cosa è accaduto.
Se in tantissimi hanno preso a cuore la terribile storia del piccolo Samuele, e se nella villetta dell’orrore, in frazione Montroz, la numero 4, dove il bimbo venne ucciso dalla madre, per troppo tempo si è sviluppato una sorta di turismo macabro, c’è una figura determinante proprio in quegli anni in cui si consumò l’omicidio: l’ex procuratrice capo di Aosta, Maria Del Savio Bonaudo.
Fu lei ad occuparsi direttamente del delitto di Cogne e ieri, 4 novembre, è venuta a mancare a 76 anni, a Torino. La notizia, diffusasi attraverso Il Messaggero.it, è rimbalzata in men che non si dica sulle principali testate. L’ex procuratrice è sempre stata convinta della colpevolezza della Franzoni, come aveva dichiarato in un’intervista all’Ansa, aggiungendo di reputarla colpevole non perché sia stata condannata in tutti i gradi di giudizio, ma perché c’erano le prove.
Nella sua carriera la Del Savio Bonaudo aveva trascorso diversi anni in Sardegna, ed era stata procuratrice di Lanusei, dove si era occupata, tra gli altri, del caso di Maria Ausilia Piroddi, la sindacalista condannata all’ergastolo per l’omicidio del sindacalista Franco Pintus e dell’operaio forestale Pier Paolo Demurtas. La donna, uccisa nel 2011 da un tumore mentre era agli arresti domiciliari a Bari Sardo, era soprannominata “la rosa nera d’Ogliastra”.
La Del Savio Bonaudo, nel 2008, lasciò la guida della Procura di Aosta per indossare la toga di avvocata, motivando la sua decisione come “una scelta di vita”, finalizzata a proseguire la sua carriera professionale “dall’altra parte della barricata”.
La morte del piccolo Samuele sconvolge l’Italia, e tutt’oggi, nonostante per la giustizia la colpevole sia sempre stata solo una, la madre, Annamaria Franzoni, c’è chi continua a ritenere che la donna sia innocente. Ieri è venuta a mancare una figura chiave delle indagini. Al suo posto arrivò, in via Ollietti, Marilinda Mineccia ma il nome della Del Savio verrà sempre associato al terribile delitto. In tantissimi i messaggi di cordoglio giunti in queste ore.