Governo Meloni, “Senza noi dentro cade tutto”. Cosa succede con Fi
Forza Italia continua ad agitare il neonato governo di Giorgia Meloni, le ultime dichiarazioni dal clan di Silvio Berlusconi non sono concilianti: il leader azzurro sarebbe pronto a chiedere 11 o 12 sottosegretari. Intanto stamani la premier si presenterà alla Camera. Un discorso delicato, che tutti aspettano, per lei il più importante di sempre. In cui Meloni parlerà delle sfide che attendono il Paese e che chiedono, necessariamente, di marciare uniti e non in ordine sparso. Per il bene dell’Italia e degli italiani, per i quali il premier intende lavorare fino all’ultimo giorno utile della XIX Legislatura.
Perché questo – uno degli assunti che Meloni vuole fare risuonare in Aula – è un esecutivo destinato a durare fino a fine corsa, lasciandosi alle spalle il percorso accidentato che ne ha segnato la nascita. Il discorso con cui andrà alla prova della fiducia vuole infatti tracciare “un manifesto programmatico che ambisce ad essere la base di lavoro di un’intera legislatura”, rimarcano in serata fonti di Palazzo Chigi, “a conferma della natura fortemente politica del governo e con l’obiettivo di dare seguito concreto e attuazione agli impegni assunti con i cittadini italiani in campagna elettorale”.
Forza Italia agita il governo Meloni: vuole 11 o 12 sottosegretari
A partire dalla volontà di fronteggiare al meglio le difficoltà, leggi caro bollette e crisi energetica. Resta da capire cosa ha intenzione di fare Forza Italia. Scrive Repubblica come in ballo questa settimana ci sono le nomine di sottogoverno, 41-42 posti. Secondo i calcoli al partito di Berlusconi spetterebbero massimo 8, il cavaliere però ne vuole 12. Il motivo? I cinque ministeri incassati dai forzisti infatti, come peso specifico, valgono meno di quelli affidati alla Lega.
Un braccio di ferro in cui Forza Italia potrebbe primeggiare. “Non è che si può fare il governo sena di noi”, sibilano da dentro il partito. Nessuno sembra aver intenzione di togliere già il sostegno al neonato governo Meloni: per ora basta sventolare la bandiera di una possibile crisi per riportare tutti al tavolo. Eppure neanche dentro Forza Italia le divisioni non mancano.
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In un’intervista rilasciata lunedì 24 ottobre a Repubblica il vice presidente della Camera Giorgio Mulè aveva ammonito il ministro degli Esteri Antonio Tajani chiedendone apertamente le dimissione da coordinatore del partito, ruolo giudicato in conflitto con gli altri da lui ricoperto. E Berlusconi? Per ora è saldo in sella, interverrà al Senato per annunciare la fiducia con un discorso che si preannuncia “alto”, da padre nobile della coalizione ma anche del Paese.