REDDITO DI CITTADINANZA DIMEZZATO: L’ANNUNCIO È APPENA ARRIVATO
Ancora una volta si parla di reddito di cittadinanza, dell’ormai famosissima misura di politica attiva del lavoro e di contrasto alla povertà, all’esclusione sociale.
Misura i cui percettori si obbligano a seguire un percorso personalizzato di inserimento lavorativo e di inclusione sociale. Sin da quando è stata introdotta, non sono mancate le polemiche in sede politica.
Con le elezioni e il trionfo di Giorgia Meloni, la “questione Rdc” è quanto mai scottante. Si cerca di capire, ancora prima della formazione del nuovo governo, quali siano le intenzioni dei vittoriosi in merito a questa misura.
Se è vero che in diversi hanno fatto i “furbetti” , è altrettanto vero che milioni di famiglie italiane necessitano per davvero di questo sussidio per potersi sfamare.
Sono proprio questi a chiedersi quali saranno le sorti del reddito di cittadinanza; se verrà per davvero abolito o modificato. Vediamo insieme cosa sta succedendo.
La prossima manovra di bilancio sarà presentata entro la fine di novembre ma si è già all’opera, in particolare, su due temi scottanti: quelli del reddito di cittadinanza e dei bonus edilizi. Giorgia Meloni, la criticatissima leader di Fratelli d’Italia che presto potrebbe diventare premier, ha una posizione ben chiara. La Meloni vorrebbe abolire la misura, preservando comunque le fasce più deboli. Per tranquillizzare tutti, nessuno verrebbe lasciato senza sussidio da un momento all’altro. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia sono convinti di poter dimezzare la spesa attuale, che ammonta a 9 miliardi di euro, in modo da poter gestire le risorse in modo più efficace.
Il progetto prevede due leggi. La prima cancellerebbe il reddito di cittadinanza così come lo abbiamo conosciuto fino ad oggi, come cavallo di battaglia del Movimento Cinque Stelle; mentre la seconda introdurrebbe un nuovo strumento, volto a separare, in maniera drastica, chi è in condizioni di poter lavorare e chi, invece, è in situazioni di talmente forte disagio da non poter aspirare ad un impiego.
Sulla base dei dati disponibili, ma metà dei percettori del reddito di cittadinanza è in età lavorativa, quindi potrebbe fare a meno del Rdc, andando a lavorare. I disoccupati potranno essere formati, attraverso una riforma dei centri dell’impiego. Del 20% dei ricollocati attuali, solo il 4% lo è stato grazie a navigator e Centri per l’impiego; ragion per cui il nuovo esecutivo punterà, senza ombra di dubbio, a riformarli.
Il restante 50% che percepisce il Rdc va, a sua volta, diviso, tra invalidi e persone inabili al lavoro, che vedranno aumentarsi il loro assegno e una piccola parte di percettori del reddito di cittadinanza costituito da lavoratori in età avanzata, difficilmente collocabili. Per questi ultimi ci sarà un accompagnamento alla pensione.
Insomma, la questione reddito di cittadinanza continua, ancora una volta, ad essere un tema scottante, su cui è necessario adottare la massima chiarezza e trasparenza. E, oggi più che mai, rimbombano nella testa le parole di Giuseppe Conti, pronunciate all’indomani della vittoria alle elezioni della Meloni e del centrodestra: “Se verrà toccato il reddito di cittadinanza, l‘opposizione sarà durissima e inflessibile. Se qualcuno ha delle idee equivoche su questo è meglio che se la chiarisca subito, perché c’è anche la prospettiva di un esercizio provvisorio”.