Patente, addio all’esame pratico: ecco in quali casi
Patente moto, grosse novità. È atteso a giorni, probabilmente intorno a Ferragosto, il decreto “Mims” che, grazie alle modifiche introdotte nel decreto Infrastrutture-Bis, punta rivoluzionare le modalità per ottenere le patenti per la moto. Facendo un rapido ripasso, come riporta Moto.it, la patente A1 è conseguibile a 16 anni e abilita alla guida di motocicli con cilindrata pari a 125 cm³, con potenza non superiore a 11 kw.
La patente A2, invece, è conseguibile dai 18 anni di età. Con questa patente è possibile guidare motocicli con potenza massima di 35 kW, con un rapporto peso/potenza massimo di 0,2 kW/kg. Infine la patente A abilità alla guida di qualsiasi motociclo. È conseguibile dopo due anni di patente A2 oppure direttamente a 24 anni. Con le nuove modifiche per ottenere la patente A non sarà più necessario sostenere un nuovo esame pratico.
Patente per la moto, cosa cambia
Insomma per chi ha già una patente, A1 o A2, non bisognerà più sostenere un altro esame pratico per ottenere la patente di livello superiore. Saranno sufficienti dei corsi teorici in autoscuola e un minimo di 7 ore di pratica su strada. Una notizia positiva per gli aspiranti motociclisti o per chi ha intenzione di acquistare una moto più potente.
In questo modo si vuole snellire le pratiche in modo da “ridurre gli oneri amministrativi a carico degli utenti, velocizzare il rilascio della patente di guida, delle abilitazioni professionali e del certificato di idoneità professionale”.
La patente A, lo ricordiamo, è quella che consente di guidare ogni moto, senza alcun limite di potenza o cilindrata. Con la nuova norma in arrivo la procedura dell’ottenimento della patente superiore sarà molto più semplice e veloce. Secondo un sondaggio di Moto.it il 62% delle persone approva il nuovo regolamento, mentre per il 38% l’esame pratico finale era comunque utile.