“Così ce ne andiamo”. Giuseppe Conte, la minaccia: tremano il governo e Mario Draghi
Aria di crisi nell’esecutivo. Il M5S è a un passo dal lasciare la maggioranza. A metterci una pezza stavolta è Federico D’Incà, il ministro grillino ai Rapporti con il Parlamento. È lui che alle sette della sera propone un rinvio per evitare che il clima di scontro diventi incandescente e si finisca per rompere tutto. Il ragionamento è semplice: i 5Stelle vogliono la norma sul Superbonus o sono pronti a uscire dalla maggioranza.
Il problema è a monte, per l’intera giornata, d’altronde, i capigruppo della coalizione di unità nazionale se le erano date di santa ragione sul decreto Aiuti. Si tratta di un passaggio fondamentale del cammino di Mario Draghi, provvedimento da 15 miliardi di euro. Salvini non ci sta e attacca: “I 5S stanno bloccando il decreto per dire no al termovalorizzatore di Roma o per non toccare il reddito di cittadinanza. Ecco, allora diciamo che noi siamo responsabili ma non fessi”. Ma cosa è successo?
Aria di crisi nell’esecutivo. Il M5S è a un passo dal lasciare la maggioranza
Il leader del Carroccio ha da poco saputo che il governo è intenzionato a non porre la fiducia per favorire la possibilità di modifiche al testo gradite ai grillini. Il retropensiero ancora più semplice: “Draghi dice sempre no alle richieste della Lega, mentre offre la sponda ai 5Stelle”. Poi arriva il momento nodale della giornata: la disposizione per rendere più fruibile il Superbonus edilizio ed è aria di crisi nell’esecutivo.
Si parla della possibilità per il beneficiario di fare la cessione del credito senza il rischio della responsabilità in solido. Su questo punto in particolare il M5S non fa un passo indietro. Draghi prova a mediare, vengono coinvolti i tecnici di Mef, Abi, e Agenzia delle Entrate. Si cercano soluzioni, ma ci sono ostacoli tecnici e costi alti (3 miliardi, secondo alcuni).
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In quelle ore il Presidente del Consiglio è in Turchia e quindi dialogare non è semplice. Alla fine D’Incà ci mette una pezza e dice: “Il governo è intenzionato a porre la fiducia”. Seppur 5 Stelle, viene criticato dai suoi ed è aria di crisi nell’esecutivo. Si comincia a sentire la parola “ostruzionismo” e di “tempi da allungare in Parlamento”. La verità è che la coalizione è sempre più debole: quanto potranno reggere ancora?